La Cassazione ha confermato l'assoluzione, che diventa definitiva, per Raniero Busco dall'accusa di aver ucciso in via Poma, a Roma, la sua ex fidanzata Simonetta Cesaroni. Il ricorso della Procura Generale è stato respinto.
Il fatto risale a martedì 7 agosto 1990 a Roma quando, negli uffici dell'Associazione Alberghi della gioventù in via Carlo Poma 2, viene trovato il corpo di Simonetta Cesaroni uccisa con 29 coltellate. A scoprire il delitto furono la sorella Paola e Salvatore Volponi, il datore di lavoro di Simonetta. Gli inquirenti seguono tre piste diverse per trovare l'assassino e vengono indagate tre persone: Pietrino Vanacore, Federico Valle e Raniero Busco.
Pietrino Vanacore svolge le mansioni di portiere del condominio di via Poma dal 1986 al 1995. I sospetti cadono su di lui perché egli non era con tutti gli altri portieri nel cortile del palazzo dalle 17.30 alle 18.30, l'orario in cui Simonetta è stata uccisa. Vengono trovate sui suoi pantaloni delle tracce di sangue, che dopo un esame approfondito risultano le sue. Vanacore trascorre 26 giorni in carcere e viene archiviata l'indagine nei suoi confronti il Il 26 maggio 2009. A distanza di un anno, il 9 marzo 2010, viene trovato morto in mare, con una caviglia legata ad un albero.
Federico Valle è il nipote dell'architetto Cesare Valle che viveva nel palazzo. Viene accusato da Roland Voller che sostiene di aver ascoltato, tramite un'interferenza, una telefonata della mamma di Federico preoccupata per lo strano comportamento del figlio.
Molti indizzi sono a sfavore del ragazzo all'epoca 28enne, ma uno dopo l'altro finiscono in una bolla di sapone. Nel giugno del 1993 viene definitivamente prosciolto da ogni accusa.
Raniero Busco è il fidanzato di Simonetta Cesaroni, nel 2007 gli inquirenti scoprono che le tracce di saliva trovate sul corpetto e il reggiseno di Simonetta Cesaroni (che lei indossava quando fu uccisa) corrispondono solo al DNA di Busco e di conseguenza viene iscritto nel registro degli indagati per il delitto. A maggio del 2009 il pm chiede il suo rinvio a giudizio per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. Il 26 gennaio 2011, al termine del processo di primo grado, viene riconosciuto colpevole di omicidio e condannato a 24 anni di reclusione, Il 27 aprile 2012, nel processo di secondo grado, viene assolto dall'accusa per non aver commesso il fatto. Ora dopo 24 anni Raniero Busco viene definitivamente dichiarato innocente di omicidio anche dalla cassazione.