Continua lo stato di tensione e guerriglia in Ucraina. Nella zona orientale del Paese, in Crimea, una Repubblica autonoma che però è incorporata nello Stato ucraino, alcuni uomini in tuta mimetica e armati hanno occupato la sede del Parlamento locale sita nella capitale, Sinferopoli. Una volta entrati nell'edificio, i filorussi hanno sradicato la bandiera ucraina dal tetto del Parlamento e hanno issato il tricolore della Russia, che ora sventola accanto alla bandiera della Crimea. Per il momento, la polizia non è intervenuta e non ci sono stati feriti durante il blitz.
L'irruzione è stata confermata sia dall'agenzia di stampa del parlamento, sia dal premier di Crimea, Anatoliy Mohilyov, il quale, con fare minaccioso ha dichiarato che si sta impegnando per "attivare misure". Intanto, da Kiev, il ministro dell'interno, Avakov, ha messo in allerta tutte le forze di polizia.
Nella giornata di ieri, 26 febbraio, nella penisola che affaccia sul Mar Nero, ci sono stati momenti di tensione tra i russofoni e la minoranza tartara che appoggia la politica filo - occidentale della nuova Ucraina. I cittadini hanno innalzato barricate usando pezzi di legno, pneumatici, parti in metallo, ecc. L'obiettivo dei filorussi in contrasto con i tartari è quello di indire un referendum per sancire la separazione della Crimea dall'Ucraina.
Nel frattempo, Arseni Yatseniuk, colui che dovrebbe ricoprire il ruolo di Premier ucraino fino alle elezioni di maggio, ha di nuovo sottolineato come il Paese sia a rischio bancarotta, mentre dalla parte della Russia si contribuisce ad aumentare la tensione all'interno della realtà ucraina. Il ministero degli Esteri russo, infatti, ha evidenziato come, in Ucraina, si stia continuando a portare avanti una politica di violazione dei diritti umani. In una nota ministeriale, si afferma: "Siamo preoccupati per le violazioni dei diritti umani, la violazione del diritto di usare la lingua madre, la discriminazione etnica e culturale e gli atti vandalici a oggetti di interesse storico e all'eredità culturale e religiosa".
Il ministro degli Esteri, Lavrov, ha denunciato anche attacchi e distruzioni di simboli e monumenti legati al mondo sovietico e russo. Non sarebbero state abbattute soltanto le statue di Lenin e di Kutuzov (colui che sconfisse Napoleone), ma sarebbe stato danneggiato anche il Memoriale della fiamma eterna, eretto nella città di Sumy. Lavrov ha così commentato l'accaduto: "a Sumy è apparsa una vasta discarica vicino alla fiamma eterna che commemora gli eroi della Seconda guerra mondiale. Stanno umiliando la memoria dei soldati che hanno liberato l'Ucraina".