Milano, 10 marzo 2014 - La corte aggiorna il processo Kabobo al 31 marzo. Questo l'esito dell'udienza di stamane, nella quale il pm Isidoro Palma ha richiesto vent'anni di reclusione e sei d'ospedale psichiatrico. Un rinvio a giudizio con rito abbreviato a carico dell'imputato, quello che ha coinvolto Adam Kabobo, reo di aver ucciso a picconate tre persone: Daniela Carella (21 anni), Alessandro Carolé (40 anni) ed Ermanno Masini (64 anni). Nonostante la presenza di diversi interpreti, Kabobo avrebbe incontrato serie difficoltà di comprensione di quanto espresso dalle parti: per questo è stato richiesto il rinvio.
Durante l'udienza del prossimo 31 marzo, saranno lette delle memorie redatte da parte civile e difese, tradotte nella lingua madre dell'imputato.
Kabobo agì spinto dal rancore verso la società - Vent'anni di reclusione e sei d'ospedale psichiatrico: questa la richiesta del pm Isidoro Palma che, nel corso dell'udienza, ha espresso alcuni dei possibili moventi che avrebbero indotto il ghanese a compiere il folle gesto. Un rancore verso la società che lo escludeva con finalità depredatoria, questo ciò che sostiene il pm. Nessuna paventata perizia psichiatrica al fine di una riduzione di pena, secondo il magistrato Adam Kabobo avrebbe agito in piena lucidità. Nel corso dell'udienza preliminare, l'accusa richiese il riconoscimento dello stato di seminfermità mentale, con supplemento di perizia psichiatrica.
Il giudice negò questa possibilità poiché Kabobo, affetto da una forma di schizofrenia paranoide, fu riconosciuto capace di intendere e volere.
Le famiglie chiedono il risarcimento danni - Un risarcimento che si aggira attorno alla cifra di 600mila euro, quello richiesto dalla famiglie delle vittime colpite dall'atroce delitto commesso da ghanese, l'11 maggio scorso, nel quartiere Niguarda, a Milano. In particolare, il legale della famiglia Carolé, l'Avv. Anna Cifuni, avrebbe chiesto la cifra di 400mila euro per la madre di Alessandro e quella di 200mila per il fratello della vittima.