Due storici sostengono che un calice da lungo identificato come appartenente alla figlia di un re spagnolo dell'11° secolo aveva in realtà ospitato al suo interno il Santo Graal, e si trovava "nascosto" in una basilica nella città nord-occidentale di León per quasi mille anni.

Una ricerca triennale che ha avuto inizio in un'Università del Cairo nel 2011 ha portato la docente della storia medievale, Margarita Torres, e lo storico dell'arte José Manuel Ortega del Rio a determinare che il calice in onice e adornato di gioielli è proprio quello che Gesù Cristo ha utilizzato durante la sua ultima cena, ed era contenuto all'interno del "Calice di Doña Urruca".

La storia comincia quando durante i loro anni al Cairo i due scienziati si sono imbattuti in due pergamene egiziane che descrivevano la parte superiore del calice e raccontavano del suo passaggio da Gerusalemme al Cairo per via dei musulmani che poi lo diedero ad un emiro spagnolo.

Il viaggio a seguito degli indizi li ha portati a ciò che era stato a lungo indicato come il calice appartenente alla figlia di Ferdinando I, un calice molto particolare formato da due calici uniti insieme. La rivelazione degli storici della scoperta del Graal ha causato il delirio della folla che ha sciamato nella basilica di San Isidro dove si trova il "Calice di Doña Urruca".

Prima di lasciarvi vi dobbiamo ricordare che ci sono circa 200 "santo graal" esistenti in Europa e per chi volesse saperne di più, i due storici hanno presentato la loro teoria in un libro uscito la scorsa settimana e intitolato "Re del Graal".