Scontri a Bengasi, in Libia, dove l'ex generale in pensione Khalifa Haftar sta guidando un esercito paramilitare contro le milizie integraliste islamiche. L'attacco già in corso da ieri aveva fatto registrare le prime vittime, circa 37 i morti e 145 i feriti, e sta continuando anche oggi facendo aumentare il triste bilancio, purtroppo ancora non definitivo, ad almeno 79 vittime e più di 140 feriti.

Per tutta la notte in città si sono udite esplosioni e spari. Gli obiettivi che sarebbero stati presi di mira sarebbero la stazione radio del gruppo estremista Ansar al Sharia e un deposito di munizioni di un altro gruppo armato. Questo è quanto si apprende da un comunicato reso noto dall'agenzia libica Lana.

Khalifa Haftar non sembra agire da solo ma disporrebbe addirittura di armamenti dell'esercito regolare messi a disposizione da ufficiali e soldati libici che sembra appoggino le offensive portate dall'ex generale in pensione contro le milizie islamiche.

Haftar, a capo di un sedicente "esercito nazionale", nega comunque il coinvolgimento di militari regolari anche se gli armamenti a sua disposizione, tra i quali anche aerei ed elicotteri, lasciano pochi dubbi. Gli scontri purtroppo sono ancora in corso e non sembra per ora ci sia l'intenzione di porvi fine. "L'operazione militare continuerà fino a ripulire Bengasi dai terroristi", ha affermato l'ex generale.

Secondo alcuni esperti il vero obiettivo dell'ex militare sarebbe prendere il controllo della città e da lì partire all'offensiva nel tentativo di effettuare un colpo di stato. Ne sono convinti anche gli esponenti del Governo di Tripoli che attraverso un comunicato letto dal presidente del Congresso Generale Nazionale, Nouri Abou Sahmein, hanno definito l'accaduto "fuori dalla legittimità dello stato".