Il 15 aprile scorso, circa 300 ragazze cristiane sono state rapite dai ribelli islamici, alcune di loro sono state costrette a convertirsi all'Islam, alcune costrette a sposare i loro rapitori, altre trasferite e vendute al mercato del Camerun e in Ciad per 12 dollari ciascuna.

Secondo le fonti di stampa, due ragazze sarebbero già morte, mentre 53 ragazze sarebbero riuscite a scappare: con il video della durata di circa un'ora, il leader dell'organizzazione estremista islamica Boko Haram ha rivendicato il rapimento avvenuto in Nigeria per fermare l'educazione occidentale.

 "Ho rapito le vostre ragazze e le venderò al mercato in nome di Allah".

Il gruppo integralista islamico da molto tempo aveva chiesto al governo nigeriano di chiudere il sistema d'istruzione alle donne, contrario ai principi di Allah, e nel video, il leader estremista minaccioso e spavaldo ha dichiarato che si sposerà con una donna di 12 anni e con una ragazza di 9 anni.

Al momento la tensione in Nigeria continua ad essere molto alta, nonostante l'intervento della Casa Bianca,e del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e la mobilitazione internazionale: infatti, dopo il rapimento del 15 aprile, secondo fonti ufficiali, 276 ragazze restano prigioniere dei ribelli integralisti, e secondo l'Ansa domenica scorsa sarebbero state rapite dai ribelli islamici, altre otto ragazze, arrivati nel paese di Warabe su due camion, avrebbero rubato anche cibo e animali.

Intanto, secondo quanto riporta Al Jazeera, sempre domenica scorsa sono state rilasciate due attiviste, Naomi Mutah Nyadar e Saratu Angus Ndirpaya, arrestate dopo aver organizzato una marcia di protesta per la liberazione delle studentesse: dopo un incontro che hanno avuto con la first lady, Patience Jonathan, per chiedere al governo una maggiore collaborazione nelle ricerche, il premier nigeriano Goodluck Jonathan ha pubblicamente chiesto il sostegno e la collaborazione delle forze di sicurezza locali e internazionali per il rilascio delle ragazze rapite, e per risolvere l'emergenza sicurezza in Nigeria: "Parliamo a tutti i Paesi che speriamo ci aiutino".