La guerra cibernetica tra Cina e Stati Uniti si sposta anche sulle aziende americane. Nel paese asiatico è infatti partita nell'ultimo periodo una campagna mediatica contro i prodotti hi-tech delle aziende americane.

La campagna mediatica anti-Usa

Di certo è nota l'intolleranza del Governo cinese a Facebook, il noto social network americano. Ora però inizia a delinearsi una motivazione concreta per questo rifiuto dei cinesi al social di casa Usa. Infatti, ora il Governo si scaglia anche conto Apple e Microsoft. Arrivano così altre conferme sulla cyber guerra che sta vedendo protagoniste le due potenze mondiali.

'iPhone pericoloso per il Governo'

A pagarne le spese per ultimo, in ordine cronologico, è l'iPhone di Apple. L'emittente televisiva nazionale cinese CCTV ha dichiarato che il melafonino è da bandire dal Paese perché pericoloso per la sicurezza nazionale. Secondo l'emittente lo strumento consegnerebbe in mano ai nemici a stelle e strisce informazioni importanti sulle abitudini del Paese e perfino importanti segreti di Stato. Tra le funzioni incriminate una di quelle più criticate è stata la Frequent Locations, introdotta in iOS7, di cui pochi conoscono l'esistenza. Questa funzione del melafonino permette di rintracciare la posizione del telefono e di fornire informazioni base sul punto in cui l'iPhone è stato rintracciato, come le condizioni ambientali.

Altra azienda entrata nel mirino della campagna mediatica anti-Usa cinese è Microsoft per il proprio sistema operativo. Windows è ritenuto una mina vagante per la sicurezza dei sistemi informatici nazionali avendo libero accesso alla vita privata e ai file sensibili di tutti i cittadini cinesi. Non lasciando niente di intentato la campagna anti-Usa si scaglia anche contro Ibm, Cisco e BigG.

Proprio dall'emittente lo scorso giovedi è stata diffusa la notizia di un attacco riuscito da parte degli hacker nazionali ai server del ministero della Difesa americano, da cui sarebbero stati sottratti importanti documenti sul personale federale.