Interrotta presto come era prevedibile la fragile tregua di domenica scorsa. E' di nuovo un mattino senza pace dopo il sangue della notte di guerra nella Striscia, secondo fonti palestinesi almeno altre cento vittime vanno aggiunte alla lunga lista dopo i raid israeliani di queste ultime ore. L'aviazione israeliana questa notte ha colpito l'unica centrale elettrica di Gaza, che fornisce i due terzi del fabbisogno di energia della città, concludendo un lavoro già iniziato giorni indietro , che già aveva ridotto al solo 20% il suo rendimento, fornendo energia limitatamente per qualche ora al giorno ai residenti di Gaza.

L'incendio che si è scatenato dopo il bombardamento notturno della centrale , inevitabilmente provocato dalla reazione chimica dei materiali combustibili dentro i contenitori di riserva di energia, non è ancora stato completamente domato, e alte si levano le nere nuvole di fumo su Gaza.

La cittadina è al buio. Senza energia elettrica, ci si arrangia con qualche generatore funzionante. Sono arrivati intanto a 220mila gli sfollati dalla zona dopo che Israele ha avvertito la popolazione residente a ridosso del campo profughi di Jabalya di lasciare immediatamente le proprie abitazioni perché quei quartieri possono a breve trasformarsi in campi di battaglia contro i gruppi armati di palestinesi.

Colpita anche la casa di Ismail Haniyeh, leader di Hamas, nel campo di Shati. Non si è fatta attendere la risposta di Hamas che in mattinata ha lanciato razzi, intercettati dalle batterie di difesa dell'esercito israeliano, sulla cittadina di Ashqelon, e sirene hanno suonato l'allarme anche a Tel Aviv, dove altri tre razzi sarebbero stati intercettati dalla difesa israeliana.

E continuano a cadere vittime di questa follia di nuovo e ancora donne e bambini, almeno nove solo ieri. Il totale dei morti dall'inizio dell'offensiva dell'esercito con la stella di David, secondo le fonti sanitarie palestinesi, è arrivato a superare i 1100. Di circa 50 è invece il numero di vittime tra i militari dell'esercito israeliano. Dall'Iran intanto l'ayatollah Ali Khamenei definisce Israele un "cane rabbioso" che commette " un genocidio", e invita il mondo islamico ad armare i palestinesi.