Peggiora la crisi tra israeliani e palestinesi. La Striscia di Gaza, da cui anche ieri sono partiti razzi indirizzati verso il territorio israeliano, è stata attaccata dall'aviazione di Tel Aviv con maggiorie intensità rispetto ai giorni scorsi. I numerosi appelli della comunità internazionale, tanto allarmata quanto impotente nel riuscire a imporre alle parti belligeranti una soluzione diplomatica che disinneschi la crisi, sono caduti nel vuoto anche oggi mentre il numero delle vittime aumenta di ora in ora. L'operazione militare israeliana ha provocato, in base a quanto riferito dalle autorità mediche di Gaza, la morte di 110 palestinesi e il ferimento di 670 e secondo fonti militari Tel Aviv ha lanciato alcuni attacchi navali e aerei che hanno distrutto alcune postazioni situate al confine tra Egitto e Israele.

Il territorio israeliano è stato bersagliato nelle scorse ore da numerosi razzi palestinesi (molti di quali sono stati intercettati dal sistema di difesa "Cupola di ferro") provenienti non solo da Gaza ma anche dal Libano (Hezbollah ha negato ogni suo coinvolgimento) e una donna sopraffatta dallo spavento è morta a causa di un infarto. Le zone maggiormente colpite dai 77 razzi sono state Tel Aviv, Gerusalemme e Ashdod dove un razzo ha centrato una stazione di benzina e ha provocato 7 feriti. Il conflitto si sta svolgendo anche tramite le minacce verbali.

Il premier israeliano Netanyahu ha accusato Hamas di nascondersi dietro i cittadini di Gaza e che quindi questa organizzazione terroristica è responsabile di tutte le vittime civili.

Egli ha confermato che il suo esercito "ha avuto l'ordine di tenersi pronto" a qualsiasi scenario ovvero a una possibile operazione terrestre nella Striscia (sono già stati mobilitati migliaia di riservisti). Il capo di Hamas a Gaza, Ismail Haniye, ha affermato di non temere le minacce del nemico e ha invitato Israele a terminare i propri crimini contro il popolo palestinese perché esso è unito ed è pronto a combattere se necessario per mesi.

Le Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno chiesto alle linee aeree straniere di sospendere i voli per Tel Aviv dopo il lancio di alcuni razzi, intercettati dalle batterie difensive israeliane, verso l'aeroporto internazionale Ben Gurion.

L'azione diplomatica per fermare l'esclation è molto debole dal momento che l'Egitto si è rifiutato di mediare e gli Stati Uniti, pur condannando il lancio di razzi contro l'alleato israeliano, ha chiesto al governo di Tel Aviv di ritornare a rispettare gli accordi con cui sono cessate le ostilità nella crisi simile del novembre 2012 ma Netanyahu ha ribadito come "nessuna pressione internazionale ci impedirà di agire con tutta la potenza contro i terroristi".

Il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini ha affermato che "da giorni assistiamo ad attacchi indiscriminati su aree civili" e ha invitato al dialogo le due parti belligeranti al fine di raggiungere "un cessate il fuoco". Il Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha definito nei giorni scorsi "intollerabile" l'eccessivo uso della forza da parte di Israele pur condannando fortemente il lancio di razzi da Gaza.

La televisione di stato israeliana ha riferito che il leader politico di Hamas Khaled Meshal, che vive nel Qatar, starebbe lavorando in contrasto con i dirigenti dell'organizzazione ad un cessate il fuoco. Esso è molto urgente poiché il conflitto in corso sta causando una grossa emergenza umanitaria per il numero sempre maggiore di profughi che stanno cercando aiuto soprattutto in Egitto (oggi è stato chiuso il valico di Rafah aperto nei giorni scorsi).

L'Unicef ha lanciato l'allarme sulle conseguenze della guerra poiché essa è una "minaccia terribile per i bambini di entrambe le parti" aggiungendo inoltre che in appena tre giorni di ostilità sono 19 quelli uccisi e molti altri feriti a Gaza dai raid aerei di Tel Aviv mentre coloro che vivono in Israele sono sottoposti a una continua minaccia a causa dei razzi lanciati, ogni dieci minuti, da Hamas e dai suoi alleati.

Gli sviluppi della crisi che si sono registrati nelle ultime ore destano particolare preoccupazione dal momento che gli attacchi missilistici contro Israele sono avvenuti anche dal sud del Libano. Qui è presente Hezbollah che è alleata dell'Iran. Il governo di Teheran è ostile a Israele (a sua volta appoggiato degli Usa) ma è protetto diplomaticamente e militarmente da paesi importanti e sempre più lontani dalla politica estera occidentale come la Siria, la Russia e la Cina.

Lo scenario che si sta delineando dunque è sempre più pericoloso perché si sta rischiando una possibile disintegrazione di tutta la regione e la dissoluzione di equilibri geopolitici che sono fondamentali per il mondo intero.