Un periodo di siccità particolarmente intenso, che, per i critici del Presidente Maduro, rappresenta invece la mancanza di pianificazione strutturale, ha costretto il governo venezuelano a razionalizzare l'acqua nella capitale. La situazione più drammatica si vive nel "barrio" di Petare, un quartiere periferico addossato alle colline, e governato, oggi, dall'opposizione, ma un tempo baluardo del partito al potere. I residenti di Petare, circa mezzo milione di persone, affermano che non c'è acqua potabile da quasi tre mesi.
Il problema dell'acqua non è che il più recente inconveniente che è costretto a sopportare il popolo venezuelano, già provato dalla scarsità di prodotti di prima necessità, la diffusa delinquenza, l'inflazione e la delicatissima situazione economica, fattori che di fatto hanno già portato molte proteste in tutto il paese.
La decadenza del tessuto sociale ed economico ha fatto cadere la popolarità di Maduro da un 51% nell'aprile 2013 a poco più del 39% in giugno, secondo l'agenzia Datanalisis, che rileva inoltre come quattro venezuelani su cinque sono pessimisti riguardo al futuro. "Hanno dimenticato la loro gente" afferma Herlinda Coronado, presidentessa dell'impresa IMAS, che si occupa della distribuzione dell'acqua a Petare ed in altri quartieri emarginati. La signora Coronado, afferma inoltre che, pur avendo cercato di affrontare il problema della fornitura del prezioso liquido con i funzionari del governo centrale, non ha ricevuto nessun tipo di risposta da questi. Hidrocapital, azienda pubblica che rifornisce acqua alle imprese di distribuzione locali, conta con riserve fuori dalla città, ma non ha mai fornito a queste un cronogramma per il razionamento, quindi Coronado ha dichiarato di non essere neppure in grado di dire quando ci sarà acqua e quando invece no.
Il governo centrale, da parte sua, dà la colpa al riscaldamento globale, per giustificare la cronica mancanza d'acqua: "Il cambiamento climatico è una realtà, dobbiamo prepararci" così ha avvertito la cittadinanza,il presidente Maduro, in un recente discorso, prendendosela ancora una volta con Madre Natura. I critici affermano piuttosto che il governo avrebbe dovuto cominciare il razionamento dell'acqua già da tempo, e non permettere, come è successo nelle ultime settimane, che il "Lagartijo", una delle principali riserve idriche della città, seccasse completamente, portando la popolazione allo stremo, tanto che alcuni residenti disperati sono arrivati a cercare di assaltare con pistole e fucili gli impiegati addetti alla consegna del vitale liquido.