Le indagini su Yara Gambirasio sembrano finalmente essere arrivate alla svolta decisiva. Le tracce di Dna repertate individuano Massimo Giuseppe Bosetti come potenziale killer della tredicenne. Il muratore 43 enne è stato interrogato ieri per ben tre ore dal Pm e questa volta, a differenza dei due precedenti interrogatori, ha risposto a tutte le domande poste dal sostituto procuratore Letizia Ruggeri.

Gli avvocati del muratore di Mapello precisano che l'uomo accusato di aver ucciso Yara Gambirasio ha usufruito dell'interrogatorio per chiarire "alcuni elementi apparsi sui giornali ", pare che Bossetti non abbia invece fatto alcun nome di un eventuale complice.

In realtà il dubbio in parte permane perché alla richiesta dei giornalisti se l'indagato abbia dato una risposta sulla presenza o meno di un complice i legali hanno preferito non rispondere; quel che pare certo è che il test del Dna verrà ripetuto.

Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti, avvocati di Bossetti, hanno richiesto venga effettuato un nuovo test del Dna per il loro assistito, il fatto che l'accusa stia cercando nuovi riscontri per gli avvocati è un punto a favore di Bossetti. Gli avvocati commentano: "probabilmente l'accusa è consapevole che la compatibilità tra il profilo genetico del nostro assistito e quello di Ignoto 1 non è sufficiente per reggere un processo, per far condannare una persona.

In uno stato di diritto non si può essere condannati solo con quella prova".

Bosetti alla fine potrebbe dunque essere scarcerato per mancanza di prove? Non sarà sufficiente quella del Dna per incastrarlo? Siamo certi che di Yara Gambirasio si parlerà ancora a lungo.

Ora che il caso della ragazzina tredicenne di Brembate di Sopra sembrava essere giunto all'epilogo, un nuovo nome potrebbe riaprire le indagini, esiste davvero un complice? Vi terremo aggiornati sul prosieguo delle indagini e sulle eventuali future dichiarazione di Bossetti.