È stata denunciata una donna di sessantuno anni di Napoli residente nel quartiere Scampia, per maltrattamento di animali, in particolare di 18 cani e di 65 gatti che teneva in casa in condizioni igienico - sanitarie pessime. Ad allertare i vigili del fuoco sono stati i vicini a causa delle infiltrazioni d'acqua che provenivano dall'appartamento della donna, situato al quinto piano. Quando polizia e pompieri sono giunti sul luogo e sono riusciti a farsi aprire dalla donna, si sono trovati davanti ad una scena surreale. Nell'appartamento fatiscente, con un'illuminazione fioca e con un odore nauseabondo hanno trovato 18 cani e 65 gatti in terribili condizioni igieniche.

Ciascuno dei diciotto cani era legato ad un mobile con una corda di una lunghezza massima di 20 centimetri, mentre i gatti circolavano liberamente per la casa, senza controllo, né lettiera. È stato così possibile accertare che le infiltrazioni d'acqua provenivano dal fatto che la donna era solita pulire il pavimento a secchiate. Gli animali sono stati sequestrati, e la donna è stata denunciata per maltrattamento. Questo non è un caso isolato. Ve ne sono stati altri anche più famosi, come quello canadese avvenuto nella città di Fredercton nel dicembre 2013. Qui una donna teneva 143 di varie specie (cani, gatti, maialini, conigli, cincillà e uccelli). Anche in questo caso le condizioni igieniche - sanitarie degli animali erano pessime.

E altri ancora, registrati negli Stati Uniti, in cui si sono superati i 300 gatti.

Che cosa è l'animal hoarding

Non si tratta di amore per gli animali, ma di animal hoarding ossia un disturbo ossessivo che porta la persona a riempire la casa di animali finché non riesce più a gestirli. In termini scientifici è detto anche accumulo compulsivo e non riguarda solo gli animali: si va dai francobolli, alla spazzatura.

In questo ultimo caso si chiama la sindrome di Diogene, dal filosofo greco che viveva dentro una botte.

Il profilo dello hoarder è stato costruito da un gruppo interdisciplinare Hoarding of Animal Research nel 1999 che ha condotto il primo studio sistematico su questo fenomeno poco conosciuto, ma in continua crescita. Si tratta di persone che tendono ad isolarsi socialmente e sono in genere in condizioni di indigenza.

La stragrande maggioranza degli hoarders sono recidivi e quindi anche se scoperti e sequestrati gli animali, in breve tempo riprendono questa pratica. L'identikit del classico 'hoarder è quello di donna di età superiore ai cinquanta anni. Gli hoarders non accumulano con l'intenzione di maltrattare gli animali anche se finiscono per farlo loro lo stesso. I motivi sono molteplici: in alcuni casi i soggetti si considerano degli amanti degli animali, in altri, i loro salvatori.

Le vittime

La maggior parte delle vittime è destinata alla reclusione anche dopo la liberazione: gli animali salvati dagli hoarder finiscono in rifugi e canili: spesso lo stress psicologico e fisico a cui l'hoarder li sottopone li rende difficilmente adottabili, sempre che non si trovino veri ed esperti amanti degli animali disposti a tirarli fuori dal tunnel.