La Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi sulla vicenda del canile di Brindisi che, sebbene gli animali fossero tenuti in buone condizioni, risultava sovraffollato. Con sentenza n. 37859 del 16 settembre 2014, la terza sezione penale della Corte di Cassazione è intervenuta nella vicenda del canile "I giardini di Pluto" di Carovigno in provincia di Brindisi, che accoglieva novecento cani contro una capienza massima di duecento. La situazione del canile aveva richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica e sollevato interpellanze parlamentari che avevano portato al trasferimento di 151 animali presso il ricovero Dog Service, provocando un forte trauma ai cani per la separazione dal branco con il quale vivevano da anni.

La Cassazione con la sentenza de quo ha sottolineato che, sebbene il canile fosse sovraffollato e i cani fossero tenuti adeguatamente, l'intervento della magistratura, che ha imposto il trasferimento degli stessi, ha il compito di far cessare il business che si nasconde dietro il randagismo. La Corte, che ha confermato il sequestro del canile brindisino, ha fatto notare che la presenza di animali in sovrannumero, quattro volte superiore al limite non è la conseguenza dettata dall'emergenza del randagismo, quanto ad una "scelta imprenditoriale diretta a sacrificare il benessere degli animali alle logiche del profitto".

Il canile infatti non si era adoperato per rientrare nel numero dei cani che poteva ospitare, ossia 200, ma si aggiudicava le gare indette da altri Comuni al fine di incrementare il numero degli animali ricoverati.

La Corte, pur riconoscendo che i cani erano trattati in modo adeguato, non disponevano sufficiente spazio come stabilito dalla legge regionale pugliese (almeno 4 metri quadrati per cane). Si era di fronte insomma ad una violazione dei parametri fissati dalla legge, andando a costituire un indizio di reato di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura (art.

727 c. 2 c.p.). La Corte ha affermato che, in base alle più recenti normative, che impongono 200 cani per ricovero, i canili si devono ridimensionare. A tale scopo tutti i comuni si devono dotare di un asilo per cani abbandonati. In altre parole non ci devono essere più Comuni che si servono dello stesso canile, ma devono provvedere ad organizzarne uno proprio (fonti: QN, 30/9/2014, e Diritto & Giustizia.it).