Dopo che Papa Francesco, il 1° settembre, in occasione della IX Giornata per la custodia del creato, ha invitato i credenti alla tutela e alla custodia del creato, auspicandosi che si rafforzi l'impegno di tutti per la salvaguardia della "vita e la salute delle persone anche rispettando l'Ambiente e la natura", dieci giorni dopo, un parroco sfratta la colonia felina della parrocchia di San Berardo di Teramo. Ironia della sorte, il religioso in questione si chiama pure padre Francesco. Prima del recente arrivo di Padre Francesco, chiamato ad amministrare la chiesa, vi era Padre Vittorio, che si occupava amorevolmente della colonia felina.

Padre Vittorio garantiva crocchette, acqua e cucce calde, sistemate nei giardini della sacrestia.

Il nuovo arrivato invece ha deciso che i gatti devono andarsene ed essere trasferiti altrove, ossia per strada al momento. Spetterà ai volontari laici prodigarsi ancora una volta per trovare una nuova sistemazione agli animali, in quanto i felini non possono stare nemmeno vicino alla parrocchia. La denuncia dell'accaduto proviene dalla Lega del Cane che ha lanciato un appello per aiutare la colonia sfrattata da Padre Francesco, anche perché il religioso sta vanificando gli sforzi fatti dai volontari che si erano preoccupati di far sterilizzare tutti i gatti della colonia. I gatti si sono ritrovati cucce e ciotole per la strada e le hanno guardate con sguardi attoniti, in quanto è risaputo che i felini non amano i cambiamenti repentini, raccontano i volontari.

Vane sono state le proteste dei fedeli della parrocchia e dei volontari della Lega del Cane, Padre Francesco non ha voluto sentire ragioni: fuori tutti i gatti. E' stato anche interpellato il Vescovo di Teramo, Michele Seccia, che ha risposto di "riservare tanta sensibilità agli esseri umani e non agli animali", riporta Catia Durante, Presidente della sezione di Teramo della Lega del Cane.

Quello che maggiormente colpisce della vicenda - ha affermato Catia Durante - è che ci si aspettava dagli uomini di Chiesa una maggiore sensibilità e un po' più di carità e bontà nei confronti delle creature di Dio.

Ma gli animali domestici possono entrare in Chiesa?

Premesso che hanno accesso ai luoghi pubblici secondo le disposizioni civili, per la Chiesa non è così.

Malgrado San Francesco li considerasse fratelli,  San Rocco sia il protettore degli animali, e il 4 ottobre di ogni anno si celebri la benedizione pubblica degli amici a 4 zampe, la Chiesa non li vuole dei suoi edifici, nei suoi giardini e nemmeno vicino alle parrocchie. Le ragioni del divieto degli animali in Chiesa sono due: il primo igienico, il secondo teologico. Il primo è legato al fatto che disturbano e sporcano a priori, il secondo, quello teologico è legato al fatto che la Chiesa non riconosce loro il possesso dell'anima e quindi, in base a ciò, non possono entrare in terra consacrata.