Molte polemiche e forte indignazione ha sollevato lasentenza di assoluzione nel caso Cucchi, il ragazzo romano geometraarrestato per droga a Roma nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2009 e mortouna settimana dopo all'ospedale Pertini, la Corte d’Appello ha visto l’assoluzione di tutti gli imputati,polizia e medici, lasciando nel dolore e nella rabbia la famiglia che ha dichiaratosubito dopo la sentenza: “Oggi hanno ucciso Stefano la seconda volta”.

Intanto è arrivata subito dopo la sentenza di assoluzionel’ultima offesa alla famiglia Cucchi, il “Sappe”(la polizia penitenziaria) ha querelato Ilaria, la sorella di Stefano “perchéistiga all’odio e al sospetto verso la categoria”, mentre a Che Tempo Che Fa Ilaria Cucchi con in mano la gigantografia della foto di Stefanocon il volto tumefatto ha precisato che la sentenza è il fallimento dellagiustizia italiana e ha sottolineato di non aver paura del Sappe e delle loroquerele e che per fermarla e farla stare zitta dovranno ucciderla.

Inoltre Ilaria davanti alla Procura di piazzale Clodio aRoma ha anche rivelato di aver avuto la garanzia dal capo della procura di Roma,Giuseppe Pignatone, per unariapertura dell’indagine, e il procuratore dopo l’incontro con la famiglia Cucchi ha dichiarato che senzapregiudizio e con animo sereno rileggeranno gli atti dell’inchiesta in quantoha definito”Inaccettabile una morte che avviene quando si è affidati allo Stato”,anche se a poche ore dalla sentenza ha elogiato e riposto fiducia nell’operatodei magistrati Vincenzo Barbara eMaria Francesca Loy.

Immediata la rabbia della sorella della vittima che hareplicato: “Non sono passate nemmeno due ore e il dottor Pignatone ha giàcapito che i pm Barbara e Loy hanno fatto un ottimo lavoro.

I casi sono due: oil dottor Pignatone è riuscito in nemmeno due ore a studiare alla perfezionetutto il fascicolo relativo alla morte di Stefano,oppure forse oggi abbiamo perso tutti del tempo”.

Nel frattempo dopo la sentenza di assoluzione della Corted’Appello anche la rete si è indignata e si è mobilitata per Stefano con l’hastag #sonoStatoio che staspopolando su Facebook e Twitterinsieme con #vialadivisa,formando un collage di solidarietà intorno allafamiglia Cucchi e in migliaia hanno deciso di postare la propria foto con uncartello con su scritto “Ad uccidere Stefano sono stato io” per sollecitare laresponsabilità dello Stato nella morte di Stefano.

Sono scesi in campo o meglio in rete i big dello showbusiness come l’attore evergreen AdrianoCelentano ha scritto sul suo blog: “ Hai visto Stefano in che mondo vivevi? Pieno di giudici ignavi”e Jovanotti ha dedicato a Stefano una letterain cui ha abbracciato simbolicamente la famiglia Cucchi riflettendo su come nella vita è sufficiente prendere unaporta sbagliata per finire all’inferno: “Ci sono però alcune 'sliding doors'che non possono essere una lotteria. La vita è una tombola ma le Istituzioni delloStato non possono esserlo, non devono esserlo mai".