Sta prendendo una piega davvero sorprendente l'inchiesta legata alla tragica scomparsa di Elena Ceste: quella che ad un certo punto sembrava un'inchiesta che aveva preso la classica direzione "familiare", con la possibilità dell'ennesimo femminidio cui siamo tristemente abituati, del solito marito troppo geloso, si è trasformata rapidamente in un bizzarro giallo con tanti personaggi misteriosi che sgomitano per diventare a tutti i costi protagonisti, neanche ci trovassimo di fronte a una geniale novella di Pirandello. Ma procediamo con ordine.
Il 9 novembre 2014, domenica, un certo Vito contatta i militari dell'Arma di Asti affermando di sapere cose importanti su Elena Ceste.
In caserma fa vedere la conversazioni in chat con la donna che si lamenta di come viene trattata dal marito violento. Ma è davvero Elena Ceste o si tratta di un falso? "Parlavamo di tutto ma non ci siamo mai visti" precisa Vito, a scanso di equivoci. Come dire: io so chi può averla uccisa ma non c'entro.
In realtà l'uomo cercava l'ebrezza del "quarto d'ora di celebrità": era tutto inventato e i carabinieri non ci hanno messo molto a scoprirlo, anche perché le date delle chat sono alterate. L'uomo, messo alle strette, confessa. Ora è indagato «per false comunicazioni al pm» e «falsificazione del contenuto di comunicazioni informatiche». Perché tutto ciò? Per sentirsi importante ("Sono depresso." chiarisce).
Per andare in tv: un'ossessione per molti nel villaggio mediatico postmoderno che deforma pericolosamente la percezione della realtà e la concezione dell'altro da sé.
Oltre a Vito ci sono gli immancabili mitomani. Per l'Arma sono 200, a vario titolo. Una pagina davvero inquietante del romanzo Italia, non certo da oggi, che la dice lunga sulla solitudine dell'uomo moderno, sul bisogno disperato e patologico di attenzione.
Dopo la sua scomparsa Elena Ceste è stata avvistata ovunque: da Tenerife a Bari, da Capo Verde a Torino, i mitomani non ci hanno fatto mancare nulla. Non parliamo poi dei "sensitivi", che a dire il vero non devono certo fare troppa fatica per immaginare che una donna scomparsa da mesi possa essere stata uccisa...
Le indagini intanto continuano e il marito Michele Buoninconti rimane al 19 novembre 2014 l'unica persona indagata, per omicidio ma anche per occultamento di cadavere che fu nascosto (quando?) con una certa destrezza in un canale a meno di un chilometro dall'abitazione dei Buoninconti/Ceste. L'inchiesta prosegue e nei prossimi giorni ne sapremo di più.