Nel mondo odierno sempre più tecnologico ha cominciato ad affacciarsi in ambito digitale il fenomeno allarmante del cyberbullismo: il bullismo che avviene nel mondo internet e dei social network.
La Società Italiana di Pediatria (SIP) ha fatto uno studio dal quale sono emersi dati allarmanti: un adolescente su tre è sottoposto a questa forma di violenza psicologica che vede, come al solito, nel sesso femminile il numero più alto di vittime: ben il 35% delle ragazzine è stato colpito almeno una volta nella vita dal cyberbullismo, contro il 31% degli adolescenti maschi.

In cosa consiste il cyberbullismo?

In atti che avvengono online attraverso minacce, insulti, persecuzioni sui social network in più del 39% dei casi, in chat in oltre il 38% e sms per quasi il 30% delle volte. Senza tralasciare la diffusione e condivisione di video e foto o la creazione di profili fake sui social network. Purtroppo il fenomeno continua imperterrito nella sua diffusione perché ben l'85% degli adolescenti colpiti non ne mette a conoscenza i genitori che quindi non possono intervenire denunciando i fatti alle autorità competenti. Infatti solo il 3,2% dei casi è stato denunciato alla polizia di stato perché il comportamento generalmente adottato dai nostri figli in questi casi - in un momento già di per sé delicato come l'adolescenza - è quello di sbrigarsela da soli.

Purtroppo però gran parte dei ragazzi subisce senza far niente ma questo comporta disagi ben più gravi: disturbi del sonno, ansia, depressione, comportamenti deviati e maggiore incidenza nell'uso di droghe.

Per fortuna la Polizia di Stato in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria e con Facebook ci viene in aiuto con un decalogo composto da 5 consigli per i genitori e 5 per i nostri figli, mai tanto attuale come oggi 20 novembre giorno in cui si celebra la giornata per i diritti dell'Infanzia.

Per i genitori: importante parlare con i figli prima possibile di Tecnologia e sicurezza su internet, puntando sul far capire che seppur virtuale anche il web fa parte della vita reale; chiedere ai ragazzi come percepiscono la privacy e quali sono secondo loro i contenuti che è meglio non condividere in rete; accompagnare i figli anche piccoli nelle prime navigazioni online, appurando cosa pensano dei contenuti che visualizzano; imparare dai propri figli, che molto spesso ne sanno più di noi: sono nati con la tecnologia, facciamoci aiutare ad utilizzare i social network per aiutarli a capire dove siano gli eventuali pericoli; rispettare i loro interessi che riguardano il web e le nuove tecnologie che faranno sempre più parte imprescindibile del loro futuro.

Per i ragazzi: importante stabilire delle regole prima di condividere qualcosa: bisogna sempre pensare che potenzialmente tutto potrebbe essere male interpretato e/o diffuso in modo poco corretto; non dare mai confidenza agli sconosciuti; controllare sempre le informazioni sulla privacy di ciò che pubblichiamo; segnalare contenuti non appropriati ai siti in cui si naviga o alla polizia di stato - eventualmente tramite il sito commissariatodips.it; aprirsi parlando con un adulto - insegnante, genitori, parenti - in caso di qualsiasi problema.