Le indagini sulla morte di Elena Ceste, di Costigliole d'Asti, sembrano giunte ad una fase decisiva. Sappiamo che il marito, quel fatidico mattino, uscì di casa per portare i figli a scuola alle 8:08. A quell'orario una vicina di casa sostiene di avere visto la donna aggirarsi in cortile, anche se sembrava un po' disorientata.



Alcune telecamere sistemate sulle strade nelle vicinanze dell'abitazione possono documentare il transito dell'auto di Buoninconti. Di solito era la moglie ad accompagnare i bambini ma quel mattino, dice l'uomo, era indisposta.

Elena Ceste fu notata in cortile

L'uomo è stato immortalato addirittura davanti agli uffici del Comune dove ha effettuato verifiche relativamente alle imposte dovute per la casa. Fino alle ore 8:38 i suoi spostamenti sono documentabili dunque e questo aspetto risulterà molto probabilmente determinante ai fini dello sviluppo delle indagini e del relativo processo. Alle 8:00 Michele parte dal centro abitato alla volta di casa e per raggiungerla ha bisogno di 8 minuti, più o meno. Nell'ipotesi che sia giunto a destinazione alle ore 8:40 circa, cos'ha fatto fino alle ore 9:13, momento in cui interpella una vicina allo scopo di chiedere lumi su Elena Ceste?



Gli investigatori non escludono che il femminicidio sia avvenuto appunto in questo lasso di tempo, ma dove sono le prove? Le indagini sono rese complicate dal fatto che non è individuabile l'arma del crimine dato che la donna è morta, secondo l'autopsia, mediante strangolamento e in pochi secondi, stretta da mani forti e abili.



Secondo quanto sostiene Michele in quel buco temporale si è recato in località Govone allo scopo di procedere all'accensione dell'impianto di riscaldamento dei suoceri i quali erano attesi a breve. La posizione complessiva scaturita dalle indagini condotte su Michele Buoninconti appare alquanto ingarbugliata. Non convince molto la scelta di andare ad accendere i riscaldamenti in un'altra casa: forse avrebbe fatto meglio a dire di essere andato a cercare Elena Ceste dai genitori sperando di trovarla. Ma nemmeno tale bizzarra ricostruzione dei fatti è una prova della responsabilità penale dell'uomo perla morte di Elena Ceste. Servono quindi altre indagini e nuovi elementi sui quali riflettere.