L'intimidazione viaggia in rete, niente di meno che su Wikipedia: questo è quello che è successo all'inviato di Striscia la notizia Luca Abete dopo aver terminato un servizio sui beni confiscati alla malavita organizzata pochi giorni fa. Il giorno dopo la messa in onda del servizio la sua biografia sull'enciclopedia libera Wikipedia è stato aggiornato con la data di morte. "8 dicembre 2014, ucciso dalla camorra a Napoli perché troppo scomodo" questo quello che riportava la pagina sotto la voce "aggressioni".

E in effetti Luca Abete di aggressioni ne ha subite tante da quando nel 2005 è stato votato dai telespettatori vincendo il concorso indetto dal programma Striscia la Notizia che cercava nuovi inviati. Diventato inviato dalla Campania, ha parlato spesso di situazioni scottanti nelle quali era spesso implicata la malavita, dalle assicurazioni false al problema rifiuti per il quale in alcuni casi erano state posizionate telecamere nascoste che hanno ripreso persone mentre infrangevano la legge o appiccavano incendi.

Il servizio andato in onda durante la puntata di Striscia la Notizia di giovedi 20 novembre aveva a tema i beni confiscati alla camorra nel casertano, dove purtroppo ad oggi solo 6 su 105 sono stati riutilizzati in modo utile ed efficace mentre tutti gli altri sono in stato di completo abbandono. Ezio Greggio e Michelle Hunziker nella trasmissione successiva informano i telespettatori che questa è l'ennesima intimidazione di cui è vittima Luca Abete il quale dal canto suo "non si lascia certo impaurire e continuerà a fare come sempre il suo lavoro".

La minaccia di morte - comparsa su Wikipedia già dalla mattina del 21 novembre - è stata immediatamente cancellata ma probabilmente i responsabili non rimarranno impuniti: la piattaforma permetterebbe infatti di tracciare tutte le modifiche effettuate sulle pagine e in questo modo sarà possibile ricostruire tutto quello che è successo risalendo ai responsabili tramite gli indirizzi IP. Intanto l'inviato invita tutti a pranzo per l'8 dicembre per "brindare alla faccia dei vigliacchi".