Sono serviti 10 anni affinché la sonda Rosetta si potesse avvicinare alla cometa 67/P Chyuriumov-Gerasimenko. Dobbiamo immaginare, quindi, che agli studiosi dell'Agenzia Spaziale Europea il tempo che impiegherà il lander Philae a perforare il suolo del corpo celeste non dovrebbe sembrare poi così eccessivo. E' stato dato il via alle operazioni del trapano, che dureranno circa 2 ore e che permetteranno di raccogliere dei campioni della cometa, i quali saranno successivamente analizzati da tre strumenti tecnologici: Cosac, Civa e Ptolemy. L'analisi durerà un'altra ora.

Poi tutti i dati verranno spediti direttamente alla sonda, che provvederà ad inviare i risultati a Darmstadt, dove si trova il centro operativo tedesco dell'ESA. Tre ore non sono molte, ma ai ricercatori potrebbero sembrare davvero tanto: c'è un particolare, infatti, che mette in ansia la comunità scientifica che sta seguendo l'intero progetto. Philae è in difficoltà: il lander ha una zampa verso l'alto e poggia solo su due piedi. Inoltre si è posizionato in un avvallamento del suolo del corpo celeste e risulta illuminato solo un pannello solare.



Gli studiosi non sanno nemmeno quanto tempo potrebbero durare le batterie dello strumento tecnologico, anche perché, come ha spiegato il coordinatore scientifico dell'Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Flamini, su questo aspetto potrebbero influire ulteriori fattori dell'ambiente circostante, come la temperatura.

Insomma, non manca troppo tempo prima che Philae esaurisca la propria energia e vada in ibernazione, spegnendosi automaticamente. Ma diamo tempo al tempo: Andrea Accomazzo, uno dei responsabili del progetto, ha spiegato che comunque il piccolo trapano tutto italiano potrebbe riattivarsi quando la cometa sarà più vicina al Sole.

Lo scorrere del tempo, però, non potrà cancellare ciò che la sonda Rosetta rappresenta: uno dei più grandi successi degli ultimi tempi nel settore dell'alta tecnologia applicata all'astronomia e un modo per saperne di più sul nostro passato e, quindi, sul nostro futuro.