Elena Ceste potrebbe essersi suicidata. E' questa la tesi della sensitiva Rosemary Laboragine, intervistata da Retenews24.it che a distanza di mesi, avrebbe rivelato le sue percezioni sulla sorte della 37enne piemontese. La sensitiva Rosemary, non è nuova in questi casi; già in passato aveva dato una mano alla polizia nei gialli di Yara Gambirasio e Melania La Mantia, intercettando anche il corpo di quest'ultima. Recentemente aveva svelato le sue sensazioni in merito alla vicenda di Gilberta Palleschi, la donna di Sora sparita il 1 novembre e trovata morta l'8 dicembre scorso.

Ora la sensitiva torna su Elena Ceste, una vicenda che da quasi un anno fa discutere il paese, tra chi è colpevolista e crede che ad averla uccisa sia il marito Michele Buoninconti e chi invece pensa che alla giovane casalinga sia accaduto altro.

Elena Ceste novità: le affermazioni della sensitiva e quelle degli inquirenti su Michele 

Ed è proprio a quest'ultima tesi che crede Rosemary nella sua intervista, dove vede e sente una donna che si è suicidata. Secondo la sensitiva, Elena Ceste era una donna confusa e molto sola, una solitudine che l'avrebbe portata a togliersi la vita quel freddo mattino di gennaio. Dunque, Michele non è l'assassino nelle visioni di Rosemary. Già mesi fa, la stessa sensitiva si era fatta viva ancor prima che Elena fu ritrovata; in quell'occasione la donna aveva già affermato che Elena era morta, che il suo corpo non era lontano da casa e semi immerso nell'acqua.

Ma se la sensitiva scagiona Michele, gli inquirenti non la pensano così e sull'uomo pendono ancora indizi gravi. In ultimo si parla di un possibile spegnimento del cellulare da parte del killer. Il cellulare della Ceste era inattivo dal 23 gennaio e fino alla tarda sera dello stesso giorno, per poi essere riacceso il 24 gennaio.

Gli inquirenti hanno l'idea che fu proprio Michele a spegnerlo dopo una lite con la moglie a causa dei messaggi che la stessa si scambiava con l'uomo della Golf e l'amico torinese. La polizia non crede neppure che fu Elena a mostrare quegli SMS al marito, bensì fu lo stesso Michele a vederli frugando nel cellulare di Elena. A tutti questi piccoli indizi, si aggiunge quello secondo cui l'uomo, la mattina del 24 gennaio si recò proprio nella diga dove poi venne trovata Elena 9 mesi dopo.