Quando era solo una ragazzina, Veronica Panarello tentò il suicidio con una fascetta da elettricista. Già in giovane età era tormentata da mille insicurezze e da un rapporto conflittuale con la madre. La vicenda del suicidio è un episodio importante per l'inchiesta. È proprio su quelle fascette che le indagini hanno evidenziato un nuovo particolare: la consegna delle fascette alle maestre che andarono a trovala per le condoglianze: "Queste le aveva Loris per il compito di scienze", disse Veronica alle maestre, le quali negarono il loro uso perché molto pericolose.
Omicidio Loris, sempre più sospetti sulla madre
"Sono offesa per le accuse", si difende così la madre di Loris, protetta dal marito e dalla famiglia. Veronica così affida la sua rabbia all'avvocato Francesco Villardita dicendo di "aver detto la verità e di essere innocente". Per quanto riguarda le fascette conferma di "essere stata lei a parlare con le maestre e di aver chiamato la polizia perché potevano essere utili per le indagini". Nel periodo in cui Veronica Panarello resta a casa con Loris, dopo aver accompagnato il figlio di quattro anni alla ludoteca, parla al telefono con il marito. La telefonata risale a sabato 29 novembre tre le 8:50 e le 9:25, nelle mezz'ora in cui le telecamere la vedono entrare e uscire dal portone.
Verso le 16:00 richiama il marito più agita.
Le indagini erano già iniziate da diverse ore e furono proprio i carabinieri ad insistere perché Veronica chiamasse il marito, che si trovava nel Veneto e non sapeva nulla. Gli investigatori stanno indagando sul passato di Veronica, ed è proprio così che sono giunti a quel tentativo di suicidio. Era il 2003 quando Veronica Panarello tentò il suicidio con una fascetta da elettricista.
Questo episodio è agli atti, nonostante l'avvocato Francesco Villardita abbia smentito tutto. Nel frattempo un nuovo episodio è emerso dal passato di Veronica: a fine 2004 si presentò in caserma per segnalare la presenza di Denise Pipitone, la bambina scomparsa a Mazara del Vallo l'1 settembre 2004.