Con l'animo ancora lacerato da uno dei delitti più efferati degli ultimi anni, quello che ha visto la morte di Andrea Loris Stival di Santa Croce Camerina (Ragusa), dobbiamo cominciare a porci interrogativi profondi circa la figura e la psicologia di Veronica Panarello, sua madre. Veronica si trova in carcere a Catania, in isolamento, ma guardata a vista perché si teme un gesto estremo, considerato che in passato tentò due volte il suicidio. Semplificando molto c'è chi parla di raptus omicida, sempre che sia davvero stata lei, cosa che tra l'altro ancora fatichiamo ad accettare.

Si è presto capito che la Panarello ha un vissuto legato all'infanzia complicato, con un forte conflitto con la figura materna, ma non basta certo a dare una spiegazione a un atto così violento. C'è chi ipotizza che la donna abbia dimenticato tutto, chi sostiene che abbia rimosso l'accaduto perché incapace di sopportarne le conseguenze psicologiche e c'è pure chi ancora pensa che stia solo "coprendo", magari minacciata, qualcun'altro.



Di certo si continuerà a parlare a lungo dell'omicidio di Loris per la sua inaudita violenza. Non a caso i giudici contestano all'omicida l'aggravante della crudeltà. Nel frattempo il padre del bambino, inizialmente solidale con la moglie, comincia a prendere le distanze.

Madre e sorella di Veronica la descrivono come una sorta di visionaria capace di tutto per attirare l'attenzione su di sé. In un paio di occasioni affermò di essere stata abusata sessualmente, una volta da un infermiere dell'ospedale dove era stata ricoverata per aver tentato il suicidio. Per la madre dimostrava una notevole aggressività fin da piccola e per questo venne seguita da uno psicologo fino all'età di 7 anni.

Il mistero del secondo telefono cellulare

La novità riguarda però il fatto che da un'intercettazione Veronica Panarello avrebbe fatto riferimento, parlando con la sorella, a un secondo telefono cellulare che avrebbe nascosto abilmente. La sensazione è che ove si riuscisse a trovare questo telefono "segreto" si scoprirebbero nuovi elementi per decifrare l'accaduto. Si fatica infatti a credere che la 26enne abbia davvero fatto tutto da sola.