Ė durata 16 ore l'azione di un sequestratore che si è chiuso in una cioccolateria a Sidney, in Australia, insieme a circa 30 ostaggi. Intorno alle 2:15 di notte, le forze dell'ordine, con un blitz, hanno fatto irruzione nel locale uccidendo Man Haron Monis, un radicale religioso iraniano. Secondo le informazioni diffuse dai media australiani, oltre al rapitore sarebbero morti anche due ostaggi: uno è deceduto durante la sparatoria, non si sa se ucciso volontariamente dall'iraniano, oppure se rimasto ferito a morte dagli spari delle teste di cuoio, mentre un altro per la paura ha avuto un attacco di cuore.

Molte persone sarebbero rimaste ferite, ma in particolare due si troverebbero in condizioni gravi.

Aveva sequestrato 30 persone: dopo 16 ore il blitz decisivo della polizia

Nella nottata italiana, il 50 enne iraniano, armato di pistola, aveva sequestrato almeno 30 persone, occupando una nota cioccolateria e barricandosi al suo interno. In un primo momento si pensava che avesse un complice, invece da solo stava tenendo in scacco la grande città di Sidney. Dopo alcune ore, 5 ostaggi sono riusciti a fuggire uscendo da una porta laterale, mentre Monis affiggeva ad una vetrina una bandiera nera con scritte arabe in bianco che avevano fatto pensare ad un attentato dell'Isis. La polizia australiana, dopo aver isolato tutto il centro finanziario di Sidney, ha preparato il suo piano d'azione.

Le teste di cuoio avrebbero deciso di entrare con la forza dopo che si sono uditi degli spari provenire dall'interno del negozio. Hanno fatto irruzione nel locale, lanciando fumogeni e aprendo il fuoco: Monis è rimasto ucciso insieme a due ostaggi. Una volta terminato il blitz, è stato utilizzato un robot guidato dagli artificieri per capire se l'uomo avesse piazzato delle bombe all'interno della cioccolateria, come aveva fatto trapelare dopo aver costretto degli ostaggi a telefonare ad emittenti radiofoniche e televisive.

In realtà, dalle ispezioni degli artificieri e delle unità cinofile risulterebbe che non ci sarebbe alcun ordigno pronto ad esplodere.

Chi è Man Haron Monis, l'uomo che ha terrorizzato Sidney per 16 ore

Il sequestratore, Man Haron Monis, era un religioso radicale iraniano di circa 50 anni, giunto nel 1996 come rifugiato in Australia, dove avrebbe cominciato subito a farsi chiamare califfo.

L'uomo era già noto per una serie di azioni volte a screditare i soldati australiani che si trovano in Afghanistan: inviò anche numerose lettere di insulti alle famiglie dei militari rimasti uccisi. Per questo motivo fu identificato e condannato a svolgere 300 ore di servizi sociali. Ma l'iraniano era ben conosciuto alle forze dell'ordine perché nel 2002, spacciandosi per un santone, fu accusato di violenza sessuale nei confronti di una donna e subito dopo, contro di lui, arrivarono denunce di altre 40 vittime. Per non finire in galera, il 50enne aveva pagato una cauzione ed era atteso in tribunale per febbraio del 2015. Giusto per non farsi mancare nulla, l'iraniano che non ha mai agito per scopi religiosi, ma puramente per indole violenta e criminale, è stato accusato anche di aver ucciso, con la complicità della moglie, l'ex coniuge che è stata accoltellata e bruciata in un condominio di Sidney.

Nelle scorse ore, il suo ultimo atto è stato il sequestro di almeno 30 persone, rinchiuse insieme a lui in una cioccolateria, fino a quando non c'è stato il blitz della polizia che l'ha ucciso.