Ieri, 13 gennaio, in Ucraina, in prossimità del checkpoint di Volnovakha, vicino a Donetsk (nel sud-est del paese), un autobus è stato centrato da una granata, causando la morte di almeno dodici persone e il ferimento di altri 13 passeggeri. Gli occupanti del bus erano tutti civili di ritorno dalla città costiera di Mariupol. Le notizie giunte da Kiev dicono che il colpo di granata sia stato esploso da separatisti filorussi. In questa dichiarazione, rilasciata a Interfax da un rappresentante del ministero della difesa dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, i ribelli filorussi negano la responsabilità dell'attentato: "Nella zona c'è un posto di controllo ucraino ma è situato fuori del raggio d'azione della nostra artiglieria e non siamo in grado di sottoporlo a bombardamento".

La tensione tra nazionalisti e filorussi è nuovamente cresciuta nelle ultime ore in seguito a questo drammatico attacco.

Intanto sono ripresi intensi combattimenti all'aeroporto di Donetsk, dove è crollata la torre di controllo, abbattuta da un colpo di artiglieria sparato dai separatisti filo-russi che stanno tentando di appropriarsi dello scalo aereo. Sono forti le tensioni nelle città di Mariupol, e Luhansk, nel sud-est del paese, dove sono in corso da alcuni giorni violenti scontri tra i separatisti e i militari ucraini. La tregua raggiunta il 5 settembre a Minsk è stata ancora una volta violata, come già è successo innumerevoli volte negli ultimi 4 mesi. I morti causati da questo conflitto, iniziato nell'aprile 2014, sono finora circa 5.000 tra civili e combattenti e più di 5.000 risultano i feriti e questi numeri sono destinati a crescere, perché la fine degli scontri è ancora lontana.

L'Ucraina ha raggiunto l'indipendenza nel 1991, dopo la fine dell'Unione Sovietica ma fin da quel momento è sempre rimasta divisa quasi a metà tra filo-russi e filo-europei. La rivolta che ha portato alla guerra, parte da Kiev ma ben presto dilaga in tutto il paese, soprattutto nella parte sud-orientale a maggioranza russofona che vuole riprendere posto al fianco della Russia.