Il 7 gennaio a Parigi è accaduto l'impensabile. La redazione giornalistica e satirica Charlie Hebdo è stata letteralmente assaltata da esperti militari che hanno ucciso 12 persone mentre 11 sono ferite di cui 5 gravemente. È stata notata la differenza rispetto agli attentati precedenti e ciò che è emerso è che gli attentatori non sembrano più degli inesperti nell'uso delle armi, ma si tratta di professionisti, di militari addestrati. Un altro dato emerso è la crudeltà e l'impassibilità con cui vengono eseguite torture e uccisioni. Appaiono come uomini senza anima. Uno degli aspetti più crudi è che prima di uccidere i giornalisti hanno prima chiesto il loro nome, volendo avere la sicurezza che stessero uccidendo il direttore e i tre famosi vignettisti: Tignous e Georges Wolinski.

Tragedia a Charlie Hebdo, identificati i terroristi: anche l'Italia possibile bersaglio

I terroristi sono stati identificati. Si tratta di tre uomini che vivono a Gennevilliers: due fratelli di 32 e 34 anni e il complice più piccolo di appena 18 anni. La carta di identità sarebbe stata ritrovata dalla polizia nella macchina con cui hanno tentato la fuga una Citroen C3. Il 18enne avrebbe avuto il compito di guidare le diverse auto durante la fuga, mentre i due fratelli hanno aperto il fuoco contro dei civili indifesi. Si tratta di un'azione studiata nei minimi dettagli, se pensiamo che è stata eseguita il giorno in cui tutta la redazione si incontra per un briefing.

In Italia, il ministro dell'interno Alfano dichiara la massima allerta per il nostro paese. Il ministro dichiara che al momento "non si può sottovalutare alcun elemento" e che bisogna intensificare le misure di sicurezza. Siamo possibili bersagli di questi terroristi, di come ha definito Alfano "delle bestie". La preoccupazione più grande, secondo gli esperti dell'intelligence, proviene, oltre che da uomini che agiscono singolarmente, soprattutto da militari, da professionisti che sono stati addestrati proprio come quelli che hanno agito a Parigi.