L'Isis lancia l'ennesimo e raccapricciante video di terrore e ferocia. E lo fa mettendo in mezzo un bambino, che giustizia un prigioniero: una spia israeliana del Mossad. Il boia usato dai terroristi per diffondere il macabro messaggio di continuità, sembra essere di fronte all'esame finale per l'arruolamento nel gruppo di Abu Bakr al-Baghdadi, leader dell'Isis. Il ragazzino dall'apparente età di 10, forse 13 anni, con la mimetica e il volto scoperto, è accanto ad un uomo di 30, 35 anni, il quale sembra essere il suo mentore. Trascorsi brevi minuti dall'inizio del video, il fanciullo senza esitazione esplode il primo colpo alla nuca della spia, inginocchiata difronte a lui, poi alla schiena e infine gli infligge il colpo di grazia mentre il corpo esanime dell'uomo è a terra.
Subito dopo alza il braccio al cielo con in mano la pistola e urla.
Dopo questo apparente gesto di vittoria, il terrorista accanto al bambino minaccia Israele e tutti gli ebrei, ma lo fa in lingua francese. La vittima brutalmente assassinata è Muhammad Said Ismail, 19 anni, accusato dagli jihadisti di essere una spia del Mossad, infiltratosi nell'organizzazione terroristica per reperire nomi di palestinesi che da tempo sostengono alcune cellule in Siria. A dare la notizia del nuovo video, della durata di circa 10 minuti, è Rita Katz, direttrice del Site, la quale su Twitter dichiara: "Il video è di una immoralità senza limite".
La condanna a morte per Muhammad, accusato di spionaggio, è stata emessa dopo una presunta dichiarazione rilasciata dallo stesso giovane al Dabiq, la rivista propagandistica dell'Isis.
A quanto pare la giovane spia avrebbe ammesso di essere un agente segreto dell'intelligence israeliana. Aggiunse anche di avere sostenuto un durissimo addestrato a Gerusalemme est, infine di essere stato scelto da un agente di nome "Miro" per una missione importantissima, iniziata a metà di ottobre in Turchia, poi in Siria, dove si sarebbe arruolato nel gruppo jihadista.
I familiari della vittima sostengono però di non avere mai avuto contatti in nessun modo con il Mossad, tanto meno Muhammad. Aggiungono inoltre che l'arruolamento del figlio nell'Isis era avvenuto a loro insaputa, dal momento che il giovane era scappato di casa. La madre afferma di essere stata contattata da Muhammad poche settimane prima, alla quale il ragazzo aveva espresso la volontà di tornare a casa, ma a quanto pare - sempre stando alle dichiarazioni dei familiari -, gli era stato tolto il passaporto ed era stato rinchiuso in una prigione al confine turco-siriano.
Adesso rimane da capire se il video, vista la qualità e le riprese sia reale, oppure come è accaduto in precedenza per altri video, ci sia il dubbio che il filmato sia stato girato a scopo di proselitismo da parte dell'Isis.