Di teorie e di esperimenti per capire se ci sia una seconda vita dopo la morte se ne sono sentite a bizzeffe e di recente non sono mancate le storie di cronaca relative ai possibili casi di reincarnazione con protagonisti bambini che ricordavano lucidamente la loro vita precedente. In tal senso, lo scienziato Robert Lanza è intervenuto nel corso della pubblicazione del suo ultimo libro ed ha affermato che è la nostra coscienza a continuare a vivere dopo la nostra dipartita e non il nostro corpo. Nel saggio intitolato 'Biocentrism: how life and consciousness are the keys to understandig the nature of the universe' l'uomo è convinto che la vita non termini definitivamente al momento della morte, ma che nonostante tutto, la nostra coscienza possa andare avanti per sempre.

Definito come una delle migliori menti sulla Terra, quella di Lanza è una teoria che apre nuovi scenari ad una delle domande che l'uomo si è sempre fatto: cosa c'è dopo la morte? Possibile che tutto finisca e basta?

Lanza, nel suo racconto, afferma che il corpo deve essere considerato come un guscio che portiamo con noi ovunque e che, al momento di morire, la nostra coscienza esca da questo guscio e continui ad esistere in un tempo e spazio parallelo. Quella che secondo alcuni sarebbe una bufala, insomma, rappresenta una nuova ottica con la quale vedere la vita dopo la morte, ma è interessante capire quanto ci sia di vero nella teoria di uno scienziato pluripremiato. Alcuni esperti, fra l'altro, hanno provato a mettere a punto un esperimento attraverso il quale il loro cuore si sarebbe fermato per qualche attimo e avrebbe poi ripreso a battere: un po' come nel famoso film 'Linea mortale', quindi, coloro che sono tornati da uno stato di morte hanno effettivamente affermato di aver visto una scala e una luce fortissima pronta ad accoglierli.

Alcune testimonianze di persone colpite da infarto o alle quali si era fermato il cuore per delle ore, inoltre, parlano di aver visto questa luce fortissima ma di essere poi state risucchiate nella realtà e di essere sopravvissute.