Nella settimana in cui cade il ventunesimo anniversario del genocidio del Ruanda, il Presidente della Repubblica francese François Hollande ha deciso di declassificare le informazioni relative al coinvolgimento francese della tragedia africana. Secondo fonti francesi, il segretario generale Jean Pierre Jouyet, ha firmato l'atto e tutte le informazioni sul Ruanda dal 1990 al 1995 sono ora disponibili negli archivi di stato francesi.

Il ruolo di Francia e Belgio

La Francia e il Belgio sono ritenuti tra i principali responsabili ideologici della mattanza dei Tutsi.

Si calcola che dal 6 aprile del 1994 e per cento giorni furono uccisi più di 800 mila persone tra i Tutsi e dei giovani Hutu. Molti sono stati uccisi a colpi di mazza chiodata e di Machete. Sempre nello stesso periodo furono perpetrate violenze carnali ai danni di circa 250 mila donne ruandesi. Spesso gli stupri avvenivano in pubblico, in modo da amplificare il terrore e l'umiliazione per i familiari e le persone più vicine alle donne. Circa il 70 percento delle donne violentate ha contratto il virus dell'Hiv. La maggior parte di loro ha incontrato una morte lenta e dolorosa negli anni anni successivi.

La ricchezza mineraria del Ruanda e il concetto di razza

Il Ruanda è un paese molto ricco in risorse minerarie.

Soprattutto nella regione dei Grandi Laghi: lì giace circa il 30 percento delle risorse mondiali di cobalto. Ma anche rame, oro e diamanti. Il Ruanda è stato nei secoli oggetto di spartizione coloniale di Francia, Germania e Belgio. Fu la Germania a dividere la popolazione introducendo il concetto di razze, dividendo i Tutsi dai Hutu, che in realtà condividevano stesse tradizioni e culture.

Fu però il Belgio ad accentuare la rivalità di queste tribù, appoggiando a turno l'una e l'altra per il controllo della regione. Tutto questo fino all'indipendenza coloniale del 1962 per mano di Gregoire Kayibanda. Iniziano le persecuzioni contro i Tutsi. Ma la vera mattanza avviene nel 1994, a seguito dell'assassinio del presidente Juvenal Habyarimana, ucciso da un missile durante l'atterraggio dell'aereo presidenziale a Kigali dopo un accordo con quello che è l'attuale presidente ruandese Paul Kagame, allora esponente del partito "Fronte Patriottico Ruandese".

Prima dell'avvento di Kagame però le forze governative, con il pretesto di una vendetta trasversale, iniziarono un vero e proprio olocausto.

Il salvataggio degli europei: l'operazione turquoise

Il 22 giugno Francia e Belgio e Gran Bretagna decisero di intervenire in Ruanda, ma solo per riportare a casa i propri concittadini e i membri dell'Onu. L'operazione, chiamata turquoise, fu utilizzata da molti autori dei massacri per proteggere la propria fuga e rimanere impuniti. In quel caso l'europa si girò dall'altra parte. Molti dei documenti francesi su cui è caduto il segreto di stato, aiuteranno a far capire se in tutta questa triste pagine di storia africana ci sia il sostegno di Parigi e degli altri paesi interessati.