È di un morto il bilancio dell'attentato dinamitardo (il quinto nelle ultime settimane) che questa notte ha svegliato Lucera, città della provincia di Foggia. La vittima è Valerio Petrone, 26 anni il mese prossimo, deceduto in ospedale, dove era stato ricoverato d'urgenza per le gravissime ferite riportate.

Il fatto - È stato ritrovato dai soccorsi riverso in una pozza di sangue, col corpo dilaniato, tanto che sono occorse alcune ore per la sua identificazione, davanti al civico 137 di via Pasubio, nella città dauna, indirizzo del circolo ricreativo nel mirino dell'attentatore che, stando alle primissime ricostruzioni degli inquirenti, potrebbe essere proprio lo stesso Petrone, tradito da una miccia troppo corta o da un'altra imprudenza.

Sul luogo sono in corso le indagini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia, che stanno cercando di capire le modalità dell'accaduto e verificando l'eventuale presenza nei parati di impianti di videosorveglianza, che potrebbero apportare utilissimi elementi alle indagini.

Un fatto non nuovo nella provincia di Foggia - Quello di Lucera non è affatto un evento isolato né in provincia di Foggia e né tantomeno in Puglia. Tra San Severo, Cerignola, Foggia, San Giovanni Rotondo e Lucera da un anno il numero di bombe piazzate dalla criminalità organizzata ai danni di imprese ed attività commerciali continua ad aumentare vertiginosamente. Come dimenticare la bomba che il 5 Marzo scorso esplose davanti ad una sala giochi e ferì gravemente cinque ragazzi ad Altamura (BA)?

Il tutto avviene nella più totale indifferenza delle Istituzioni, per le quali paia quasi che il problema non esista. A poco è servito l'arrivo di Michele Emiliano come assessore alla Legalità a San Severo. A ben poco sono servite le passerelle a Foggia della Commissione Parlamentare Antimafia che l'estate scorsa fece visita al capoluogo federiciano lanciando spot e promesse per città più sicure: è passato quasi un anno e né la violenza della malavita ha abbassato il tiro (semmai lo ha alzato) e né lo Stato si è mosso nel rispondere con fermezza agli attacchi che quella gli ha scagliato, proprio la scorsa estate, quando, colpendo la pizzeria dei Fratelli La Bufala nel pieno centro di Foggia, la mafia gli ha voluto lanciare una sfida colpendolo al cuore, nella sua zona istituzionale, davanti a Prefettura, Comune e Provincia.





Se le Forze dell'Ordine hanno problemi di organico e risorse, perché non potenziare l'operazione Strade Sicure usufruendo degli eccellenti uomini del 21° Reggimento? Terrorismo non è l'Esercito nelle strade, ma terrorismo è quello che il racket sta facendo alle nostre città, alle nostre coscienze, è la paura dei commercianti, è la diffidenza degli imprenditori verso la nostra terra, è il non poter passeggiare tranquillo dopo le undici di sera perché sai di poterti imbattere in un ordigno pronto ad esplodere.

La speranza è che qualcosa si muova, prima o poi, ma l'impressione è un'altra: a Foggia, lo Stato questa guerra alla criminalità organizzata non solo non la vuole vincere, ma non la vuole nemmeno combattere. Mi auguro di sbagliarmi, perché so che un giorno la mia terra sarà bellissima.