Capita talvolta che un uomo non riesca a rassegnarsi alla fine di una relazione con la propria fidanzata o moglie che sia, perché purtroppo il rapporto si è incardinato nei termini di una possessività morbosa, che può sfociare in veri e propri atti lesivi della dignità e dell'incolumità del partner. È accaduto ad Adelfia Bari la vicenda di cronaca che ci accingiamo a raccontarvi.



Il fatto - Ai danni di un 46enne incensurato del luogo, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare a seguito della quale l'uomo è stato arrestato.

La misura degli arresti domiciliari inflitta al 46enne di Adelfia è dovuta ad atti persecutori ed interferenze illecite nei confronti dell'ex moglie. Stando a quanto è stato accertato dagli inquirenti, l'uomo non è mai riusito ad accettare la separazione della moglie, così nel periodo tra novembre scorso e il marzo di quest'anno, ha posto in essere tutta una serie di comportamenti di natura molesta e persecutoria che hanno concretato la fattispecie di stalking. L'ex marito, stando sempre a quanto è stato ricostruito dalla polizia, ha iniziato a bersagliarla di messaggi sul cellulare, in particolare su WhatsApp ( noto sistema di messaggistica istantana), inoltre ha iniziato a pedinarla e a seguirla in ogni suo spostamento.

L'uomo sarebbe perfino arrivato al punto di introdursi nel suo appartamento, dove avrebbe rovinato dei vestiti della donna e anche cambiato la serratura d'ingresso.



Le telecamere - Oltre a questi "sopralluoghi" occasionali, avrebbe installato in casa della ex moglie due microspie in camera da letto e in camera da pranzo, con cui in pratica, ad insaputa della donna, ne controllava ogni movimento.

Le sim card all'interno delle microspie sono risultate intestate all'uomo che è stato arrestato dai carabinieri. La vita per l'ex moglie era diventata un vero e proprio inferno a causa del suo controllo ossessivo e maniacale.



I comportamenti al di fuori 'delle telecamere' - L'ex marito, stando a quanto è stato appurato dall'attività investigativa, avrebbe anche aggredito verbalmente la moglie sul posto di lavoro.

Da novembre scorso a marzo, la donna stando a quanto ha dichiarato ai carabinieri, è stata costretta quindi a rivoluzionare le sue abitudini di vita, per tentare di sottrarsi ai comportamenti vessatori e molesti, che integrano il reato di stalker, messi in atto dall'ex marito. Le azioni minatorie e lesive della sua sicurezza le avrebbero procurato anche uno stato di ansia, di tensione e di stress continuo.