Sono stati dunque convalidati gli arresti per i cinque italiani, per le proteste del 1 Maggio a Milano, ma i contestatori si dichiarano innocenti. I giovani sono stati fermati dalle autorità per resistenza a pubblico ufficiale, aggravata da uso di armi, e per aver commesso un reato in gruppo e altri reati a vario titolo. Inoltre a Milano, a causa della devastazione collettiva, per le attività brutali e pericolose e per aver messo a rischio anche le vite dei cittadini, presenti nelle carreggiate, teatro della guerriglia urbana, la loro posizione si è aggravata.

Questa è l'accusa con cui il giudice per le indagini preliminari di Milano ha convalidato l'arresto dei cinque presunti black bloc, No Expo, fermati dalle forze dell'ordine. Tuttavia, gli arrestati si difendono, uno tra essi dice di aver raccolto un bullone e di averlo gettato subito a terra. Un altro dice di essersi coperto il volto con una felpa, per ripararsi dal fumo dei lacrimogeni. Un altro arrestato dice di essere venuto a Milano per partecipare alla "May day parade", perchè è precario e non è contrario all'Expo. Mentre la donna arrestata dice di non aver partecipato agli scontri e di essere andata al corteo pacificamente. Invece, l'ultimo arrestato dice di essere venuto venerdì a Milano per partecipare alla manifestazione del primo maggio, contro il precariato, contro l'Expo, e di essersi ritrovato casualmente nel mezzo degli scontri provocati da altri.

I giovani restano in cella, anche se nel colloquio con i magistrati negano l'accaduto.

Comunque, la polizia era riuscita a fermarli subito dopo gli scontri del 1 Maggio e per questo devono restare in attesa. La decisione di conferma dell'arresto è stata presa dopo l'interrogatorio di garanzia, condotto nel carcere di Milano, dichiarandosi innocenti.

Invece, sono ancora in attesa di essere interrogati i cinque francesi fermati nella città di Genova, che negano di essere stati a Milano, durante la protesta. Tuttavia ad inchiodare i francesi sarebbe stato uno scontrino autostradale.