I suoi occhi grandi e quello sguardo profondo e sensuale che ha fatto impazzire milioni di italiani si sono chiusi per sempre. Laura Antonelli, una delle attrici più grandi e talentuose del Cinema italiano, nonché icona di sensualità e sogno proibito degli italiani negli Anni '70, si è spenta a 74 anni a Ladispoli, nei pressi di Roma. Il corpo senza vita di Laura è stato trovato nella mattina di lunedì 22 giugno, dalla donna delle pulizie che ha subito chiamato il pronto soccorso. Il personale sanitario del 118, però, una volta giunto sul posto, non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell'attrice, il cui corpo senza vita era riverso sul pavimento.
Il successo con "Malizia", il film che fece impazzire gli italiani
Laura Antonelli è stata e resterà, senza ombra di dubbio, una delle più grandi interpreti del cinema italiano. Negli anni, è stata capace di abbinare alla sua innata sensualità e bellezza, un talento cristallino che renderanno imperitura la sua memoria nella storia del cinema. Nata a Pola, da famiglia istriana, il 28 novembre del 1941, Laura raggiunge l'apice del successo con il film "Malizia" del 1973, diretto da Salvatore Samperi, e subito dopo con "Sessomatto", diretta da Dino Risi. Nasce così il mito di Laura Antonelli, una delle donne più desiderate dagli italiani, e anche dai maggiori registi italiani, maestri del cinema che ammirano il suo talento e la sua arte.
Così, Laura lavorerà anche con Ettore Scola, Patroni Griffi e Visconti.
Tutto cominciò con i fotoromanzi, negli Anni '90 il declino
La sfavillante carriera di Laura Antonelli è iniziata con alcuni caroselli pubblicitari e la partecipazione a qualche fotoromanzo. All'età di 25 anni, il regista Luigi Petrini la scrittura per il suo primo film, "Le Sedicenni" che inizia a far conoscere la giovane e brava Laura al grande pubblico che ne apprezza le forme morbide e lo sguardo ammaliatore.
"Malizia" del 1973, pellicola nella quale l'attrice fa perdere la testa al padre vedovo e popola i sogni erotici dei due figli maschi, rappresenta la sua consacrazione come sex-symbol e attrice di fama internazionale, portandola a vincere un Nastro d'Argento e un David di Donatello. Negli Anni '70, Laura gira numerosi film nei quali, senza volgarità e con una sensuale e disarmante normalità, continua ad apparire senza veli come in "Sessomatto".
Grazie alla guida di alcuni grandi maestri del cinema come Patroni Griffi e Luchino Visconti, la Antonelli mette in mostra anche le sue grandi capacità professionali ricoprendo ruoli drammatici in "L'Innocente" e "Divina Creatura".
Alla soglia dei 40 anni si lancia nei film commedia come "Viuuuulentemente...mia", con Diego Abatantuono e "Rimini Rimini" con Maurizio Micheli. Il declino professionale di Laura Antonelli comincia negli Anni '90, esattamente nel 1991, quando i carabinieri, durante una perquisizione, trovano nella sua casa di Velletri quasi 40 grammi di cocaina: l'attrice viene arrestata e, dopo qualche giorno di carcere, le verranno concessi i domiciliari. Sarà assolta dopo 10 anni, con la motivazione che la droga era per uso personale.
Laura, però, ormai è caduta in depressione, e il flop di "Malizia 2000" non farà altro che peggiorare le sue condizioni di salute e di indigenza. Nonostante il tentativo dell'amico Lino Banfi di aiutarla tramite la Legge Bacchelli, Laura chiederà di essere lasciata in pace e dimenticata. Ma i miti non si dimenticano, Laura, si adorano per l'eternità.