La morte del giovane Domenico Maurantonio, precipitato il 10 maggio 2015 dal quinto piano dell'Hotel Da Vinci di Milano, è ancora un giallo. Il giovane liceale padovano si trovava in gita con la scuola in occasione dell'Expo; è stato ritrovato da un dipendente dell'albergo, riverso al suolo, deceduto, con indosso solo la canottiera: i pantaloncini e gli slip giacevano, infatti, poco distanti dal corpo. Ciò che ha colpito gli inquirenti, è che l'indumento intimo, così come alcune zone del corridioio antistante la camera, presenterebbero delle tracce fecali.





Quella tragica notte, il ragazzo padovano ed i compagni si sarebbero trattenuti in una zona antistante l'albergo, a bere e scherzare. Tornati in camera, almeno da quanto risulta dal racconto dei compagni, si l'atmosfera festosa sarebbe durata ancora, almeno fino alle 3.30 del mattino. Dopo quest'ora non si hanno più certezze, solo che dal cellulare del ragazzo sarebbe stato inviato un ultimo messaggio (su WhatsApp). Ecco il motivo per cui la morte dello studente viene collocata intorno alle 5.30 del mattino.



Nel silenzio assoluto dei compagni di classe di Domenico, gli inquirenti sembrano escludere l'incidente; la finestra era troppo alta (circa un metro da terra) affinchè fosse possibile sporgersi e mettersi in reale pericolo.

A non convincere gli investigatori, non è soltanto il silenzio dei compagni di Domenico, ma uno specifico livido presente sul suo braccio, l'ipotesi vorrebbe che qualcuno stesse trattenendo il ragazzo mentre si sporgeva dalla finestra, forse per espletare i propri bisogni fisiologici.

L'unica certezza è che sarebbe stato ritrovato del DNA sotto le unghie del giovane.

Siamo giunti dunque alla soluzione di questo terribile giallo? Il ragazzo era in compagnia di qualcuno? Si tratta di una semplice bravata conclusa in tragedia o ci sarebbe di più? La parola spetta ai consulenti nominati dal Pm Claudio Gittardi, che dopo aver analizzato le tracce di DNA rinvenute sotto le unghie di Domenico Maurantonio, potrebbero finalmente sciogliere ogni dubbio in merito.





La polizia scientifica, su richiesta della procura, ha effettuato dei test con l'utilizzo di un manichino: dalle 'prove di caduta' effettuate risulta che il giovane non si sarebbe agitato, durante la caduta, e che il suo corpo, inerte, abbia raggiunto il suolo cadendo a peso morto: si ipotizza che potesse essere addiruttura privo di sensi. Restano in piedi le ipotesi: omicidio o tragica fatalità. L'unica certezza è che il giovane 19enne aveva bevuto molto, ma la concentrazione di alcol ritrovata nello stomaco era superiore a quella ritrovata nel sangue. Il caso sembra necessitare dunque di ulteriori indagini.