Ha superato le 80 vittime il bilancio della tragedia che da ieri sta scuotendo Mumbai e l'India. A causare il terribile fatto di cronaca, un liquore prodotto illegalmente attraverso l'utilizzo del metanolo e che avrebbe avvelenato diverse decine di indiani. Oltre all'elevato numero di vittime, ci sarebbero decine di persone in gravi condizioni in alcuni ospedali della città.

A darne notizia è l'Ansa, che riferisce anche dell'arresto dei tre proprietari del negozio di Laxmi Nager, che si trova a nord rispetto alla capitale commerciale dello stato, e di due responsabili della distribuzione delle bottiglie contenenti il liquido contraffatto.

Il metanolo assassino

Ad attrarre gli indiani verso questo tipo di liquore è stato il prezzo particolarmente conveniente dello stesso, venduto a meno di 30 centesimi. Ad essere maggiormente colpiti dalla vicenda, infatti, sono stati proprio braccianti, disoccupati e minatori di una baraccopoli, ovvero chi è costretto a risparmiare quanto più possibile per la spesa e le proprie necessità, vuoi per un lavoro scarsamente retribuito o addirittura per mancanza di lavoro. Il prodotto è stato acquistato mercoledì sera e tutti coloro che lo hanno ingerito sono stati immediatamente assaliti da giramenti di testa, dolori di pancia e conati di vomito. La miscela letale risultava estremamente competitiva a livello commerciale proprio perché prodotta facendo ricorso ad una eccessiva quantità di metanolo, un solvente che di solito è utilizzato soprattutto per la produzione di solventi, ma che a livello completamente illegale "condisce" anche alcuni vini e liquori, contaminandone la qualità e rischiando di creare seri danni agli esseri umani.

In India si continua a morire a causa del "liquore assassino"

Non è la prima volta che in India accadono episodi del genere, visto che lo scorso gennaio altre 38 persone sono decedute per aver bevuto un liquore fatto in casa e, negli anni scorsi, come ricordato dal Giornale di Sicilia, quasi duecento persone sono morte a causa di un liquore messo in commercio da una distilleria clandestina. Cifra superata nel 1990, ad Orissa, nella zona centrale della nazione, quando le vittime furono più di 200.