Ancora un colpo di scena da segnalare nel giallo legato alla morte del piccolo Loris Stival. Ora Antonella Panarello, sorella di Veronica, sembra additare a responsabile del terribile infanticidio Veronica, sempre in carcere in attesa di essere giudicata dai magistrati competenti.

I fatti risalgono all'ormai lontano 29 novembre 2014, quando a Santa Croce Camerina (Ragusa) si sparse la voce che un bimbo era improvvisamente scomparso perché quando la madre lo era andato a prendere a scuola, come tutti i giorni, non lo aveva trovato. Quel bimbo era Andrea Loris Stival, figlio dell'autotrasportatore Davide.

Sarà ritrovato ben presto, nella zona del vecchio mulino, privo di vita.

Un cambiamento di opinione molto netto

Nel corso dell'ultima puntata di "Segreti e Delitti" è stata intervistata Antonella Panarello. La donna ha cambiato idea dopo aver a lungo preso le difese della sorella. Ha sostanzialmente affermato che teme che Veronica sia l'assassino. Come mai la 26enne madre non crolla a livello emotivo e confessa tutto liberandosi così di un insostenibile peso? C'è la possibilità, sempre secondo l'interpretazione proposta da Antonella durante l'intervista, che ci si trovi di fronte a un caso di "rimozione".

Veronica Panarello si dichiara innocente

I rapporti tra le due sorelle sono cambiati dopo l'ultimo colloquio avuto in carcere durante il quale hanno avuto motivo di discutere animatamente, come già accaduto con Davide Stival.

Resta il fatto che Veronica Panarello continua a professarsi estranea ai fatti che le vengono addebitati dai giudici. Non è stata lei, dice, a uccidere il suo primogenito. La donna al momento rimane in carcere. Fino a sentenza passata in giudicato e cioè definitiva la dobbiamo considerare non colpevole. Sarà il processo a fare chiarezza sulla sua situazione.

Nel frattempo Davide Stival ha dovuto lasciare la sua vecchia professione di autotrasportatore, per stare vicino a Diego, il secondo figlio della coppia, rimasto di colpo non solo senza il fratellino ma anche senza l'affetto della madre, vista la sua permanenza in carcere.