Drammatica testimonianza quella rilasciata dalla minorenne che ieri è stata violentata in un parco del quartiere Prati di Roma da Giuseppe Franco, trentunenne originario di Cosenza in forza presso il ministero della Difesa. La giovane inizia il suo drammatico racconto affermando che l'uomo, che l'ha avvicinata fingendosi appartenente alle forze di polizia e mostrandogli un tesserino identificativo, l'ha costretta a stare ferma minacciando di ucciderla se non avesse soddisfatto le sue richieste.

Negli ultimi periodi la capitale è stata teatro di numerosi eventi criminali che hanno contribuito ad aumentare la sensazione d'insicurezza nei cittadini, che a gran voce richiedono un intervento deciso dalle amministrazioni pubbliche, affinché siano adottati quei provvedimenti idonei a rendere le città più sicure e vivibili.

A tal proposito ricordiamo il ritrovamento di due cadaveri nella zona di Ostia, con accanto una pistola che ha indirizzato le indagini nella direzione di un omicidio-suicidio.

Lo svolgimento dei fatti

Nella giornata di ieri la giovane ragazza era uscita da casa per recarsi con alcune amiche a vedere lo spettacolo dei fuochi pirotecnici, quando mentre stava facendo ritorno nella sua abitazione, è stata avvicinata da una persona a lei sconosciuta. Prendendo a pretesto il fatto che la giovane stava per gettare una lattina di birra vuota nell'apposito contenitore, l'aggressore, ha ricordato alla giovane il divieto di bere alcolici per le strade, e il fatto che anche per i minorenni è assolutamente vietato bere.

Attestando le sue false generalità di poliziotto, ha chiesto i documenti personali al gruppo di ragazzine, e poiché l'unica a esserne in possesso tra tutte le amiche era lei, le ha intimato di seguirlo per essere identificata. La presente dichiarazione è stata rilasciata dalla giovane ragazza al giornale romano "Il Messaggero".

Intimorita dall'autorità dell'uomo, che a sostegno della sua dichiarata appartenenza alle forze dell'ordine le ha mostrato il tesserino identificativo della marina, da quel momento inizia il terribile incubo per la sedicenne, che sicuramente la segnerà per molto tempo.

La violenza sessuale

Giunti all'altezza di un parcheggio molto isolato, l'uomo con una forte spinta la fa cadere al suolo, continuando a ripeterle di non reagire perché in caso contrario le avrebbe fatto del male fisico, e in seguito lo avrebbe fatto anche alle sue amiche.

La giovane continua il suo triste racconto ricordando che, in un determinato momento l'uomo ha avuto un attimo di distrazione, nel quale la giovane ha tentato di fuggire alzandosi repentinamente e cercando di scappare. Il violentatore però, accortosi delle sue intenzioni di fuga, l'ha subito ripresa e l'ha gettata nuovamente a terra, continuando a intimarle di stare ferma e zitta.

Vista l'impossibilità di poter opporre una qualsiasi resistenza, la giovane è costretta ad arrendersi alla violenza del militare, chiudendo gli occhi nella speranza che questo brutto incubo finisse al più presto e che non le facesse del male. Questo triste episodio è un altro degli eventi dove sempre più spesso i giovani subiscono le violenze fisiche degli adulti o i danni derivanti dai loro comportamenti, come nel caso della bimba di soli 9 anni che nell'ennesimo femminicidio è stata costretta, sempre in provincia di Roma, ad assistere all'uccisione della madre per mano del suo compagno che le ha sparato un colpo di pistola alla testa.