Dopo le tensioni di giovedì in Corea, le due nazioni si incontreranno nel villaggio di confine di Panmunjeom, allo scopo di distendere la situazione innescatasi dopo gli attacchi di artiglieria pesante e razzi lanciati dal Nord, a cui è seguita la risposta di Seul con attacchi diretti alle postazioni al confine di Pyongyang.L'episodio è significativo, in quanto rappresenta l'ultimo retaggio della Guerra Fredda.
Dopo la fine dei conflitti nel '53, le due nazioni sono formalmente ancora in uno stato di guerra, non avendo mai firmato una pace definitiva, e nella pratica non sono mai cessati gli attacchi, seppur sporadici, il cui più grave fino ad oggi è stato nel novembre 2010 nell'isola di Yeonpyeong (corea del Sud) dove uno scontro tra le due artiglierie ha provocato la morte di quattro persone.
L'accaduto è ancor più preoccupante, dal momento che il presidente nordcoreano ha dichiarato il “quasi stato di guerra” nelle aree di confine, a cui Seul ha risposto intimando che è pronta a reagire.
Il casus belli
A provocare l'incidente sono stati gli altoparlanti nella zona demilitarizzata dalla Corea del Sud, con cui vengono divulgati messaggi di propaganda. Questa strategia, per lungo tempo abbandonata, è la reazione al ferimento di due soldati sudcoreani a causa delle mine antiuomo collocate lungo la zona demilitarizzata dalla Corea del Nord, la quale però smentisce.
La portata dell'attacco ha fatto tremare Seul, avvicinandosi a soli 60 Km dalla capitale.La vicenda, sviluppatasi con due attacchi consecutivi di razzi e granate, ha costretto 800 persone della provincia di Gyeonggi nel Sud Corea a lasciare le proprie abitazioni e a ripararsi nei rifugi.
Poco dopo è arrivata la reazione, con i lanci di granate della Corea del Sud verso le postazioni di lancio nemiche.Gli altoparlanti non sono stati colpiti, a riprova che, secondo Seul, si è trattato di un avvertimento. Il governo stesso ha annunciato che Pyongyang minaccia iniziative militari se non saranno levati gli altoparlanti entro le 48 ore.
La tensione resta alta e allarma anche la Russia che si augura che le due parti non oltrepassino la linea di pericolo.