Lilian Lepere è rimasto nascosto sotto un lavandino per ben otto ore, dopo che uno degli attentatori di Charlie Hebdosiera rifugiatopressola tipografia in cui l'uomo lavorava, vicino ad un sobborgo di Parigi lo scorso mese di gennaio. L'attentatore ,Cherif Kouachi, il giorno prima avevatrucidato assieme ad un compliceben 12 persone presso il giornale satirico Charlie Hebdo e successivamentesarà uccisoin tipografia sotto i colpi delle forze speciali francesi, che nel frattempo avevano assediato il nascondiglio, ma all'interno della tipografia si trovava nascosto anche il dipendente dell'attività commerciale, Lilian Lepere, il quale sostiene che la sua vita è stata messa in pericolo dai dettagli sulla sua presenza rivelati in diretta dalle televisioni e dalle emittenti radiofoniche.

La prima, a diffondere la notizia che il Signor Lepere si trovava dentro la tipografia, è stata radio RMC, la notizia fu subito dopo riproposta da due delle emittenti televisive più seguite della Francia, vale a dire:TF1 e FRANCE2.

Il sopravvissuto denunciaTV e radio

Lilian Lepere ha presentato una denuncia presso un tribunale di Parigi lo scorso mese di luglioed un indagine da parte delle forze dell'ordine controle emittenti radio e televisive è stata aperta la scorsa settimana. L'avvocato Antoine Casubolo Ferro, legale del Signor Lepere, ha dichiarato che la divulgazione di informazioni in tempo reale, riguardanti il suo assistito, hanno rappresentato un rischio reale per la sua incolumità e relativa sopravvivenza.

Gliorgani d'informazione, al momento, non hanno dato nessun supporto alle indagini degli investigatori ehanno preferito nascondersi dietro ilsilenzio stampa.

Anche clienti Hypercacher contro la diretta TV

Nel mese di aprile, un'altra causa era stata presentata dai superstiti dell'assedio al supermercato ebraico di Parigi dello scorso 9 gennaio, che ebbe luogo due giorni dopo il massacro al Charlie Hebdo.

All'interno di unHypercacher ebraico, il criminale Amedy Coulibaly aveva uccisoquattro persone, prima che la polizia lo freddasse con dei colpi di fucile. Seiclienti del supermercato, sopravvissuti al Coulibay, hanno intentato una causa contro le reti televisive, sostenendo che la diffusione delle immagini in diretta, mancavano delle più elementari precauzioni nei loro confronti.