Parigi. Mercoledì 7 Gennaio 2015. Sono le 10 di mattina. La sede del giornale satirico Charlie Hebdo, caratterizzato da un tono fortemente dissacrante e ironico, subisce un attentato terroristico con 12 morti e 8 feriti. Secondo la ricostruzione dei fatti gli artefici della sanguinosa vicenda sono 3 uomini, 3 musulmani che urlando "Allah akbar", hanno sparato con dei kalashnikov. A distanza di pochi giorni vengono scovati 2 dei 3 sospettati. Questi, trovati in un edificio a Dammartin-en-Goele, a nord della capitale francese, vengono uccisi dalla polizia.
Sono due fratelli, sono i fratelli Kouachi. Mentre il Governo francese aumenta le misure di sicurezza antiterrorismo, emergono testimonianze e pareri discordanti sull'accaduto.
In contrapposizione alla ricostruzione ufficiale dei fatti si comincia a diffondere l'idea che alla base dell'attentato a Charlie Hebdo ci siano motivazioni profonde e occulte. Se i responsabili non fossero dei veri e propri terroristi islamici spinti dalla rabbia e dall'odio a seguito della pubblicazione di vignette irrispettose su Maometto? Se fosse tutta una messa in scena allestita dai servizi segreti della Francia per aumentare la paura e l'ostilità nei confronti dei fratelli musulmani? Sono stati seppelliti i Kouachi ma nessuno ha partecipato ai funerali.
Le autorità francesi non hanno svelato, inoltre, il punto preciso della sepoltura.
Coloro che abbracciano la "Teoria del Complotto" insistono su questo e su altre incongruenze. Mentre in Italia Aldo Giannuli denuncia mani non islamiche dietro all'attentato, Carlo Sibilia sottolinea come non sia un caso che tra le vittime ci sia anche Bernard Maris, uno dei principali economisti scagliato contro l'euro e quindi scomodo. In Francia a Grigny si ipotizza addirittura il coinvolgimento degli agenti di Mossad, servizi segreti israeliani.
Scioccante la testimonianza di una donna sopravvissuta all'attentato. Confessa di aver visto in faccia uno dei tre uomini. La descrizione non coincide con quella ufficiale: l'uomo ha gli occhi azzurri.