L'ultima puntata del programma "Chi l'ha visto" (Rai Tre) ha tenuto i telespettatori incollati agli schermi per una polemica in diretta sulla sparizione di Emanuela Orlandi, figlia del messo del Vaticano, di cui non si hanno più notizie dal 22 giugno del 1983.

Durante il programma televisivo, la conduttrice Federica Sciarelli ha avuto un lungo diverbio con uno degl'indagati nella sparizione della 15enne, Marco Fassoni Accetti. Intervenuto al telefono in diretta, Accetti ha accusato infatti la Sciarelli di diffamazione, contraddicendosi più volte non solo sulla sua posizione nella scomparsa delle due ragazze, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, ma anche di altri due minorenni nel 1983.

"Lei ha una capacità investigativa quasi pari a zero", inveisce Accetti al telefono, "Lei è una diffamatrice e pure condannata, è una bugiarda per la legge, lo vuole capire? Io non sono stato condannato, lei sì". Volano parole pesanti per ben 25 minuti nello studio di Chi l'ha visto, Accetti risponde in questo modo alle accuse della Sciarelli, che incolpa il fotografo di aver mentito alla Procura di Roma sulla morte di Jose Garramon, uno dei due 12enni morti in circostanze ambigue lo stesso anno della Orlandi e Garroni.

Il ruolo del fotografo, in ogni caso, presenta diverse incongruità non solo per quanto riguarda il "finto doppio rapimento", di cui lui stesso si autoaccusò il 27 marzo 2013, ma anche per la sparizione appunto di altri due dodicenni nello stesso anno, Bruno Romano e Jose Garramon.

Il primo, un bimbo rom che viveva con la famiglia in una roulotte poco distante dall’ufficio-studio di Accetti, tra il quartiere Africano e Montesacro, avrebbe patito abusi e giochi perversi terminati con la morte, come rivelò una fonte fiduciaria alla Questura di Roma; l'altro, Jose Garramon, era figlio di un funzionario Onu uruguayano, secondo le ricostruzioni investito dal furgone di Accetti il 20 dicembre del 1983, lo stesso anno in cui scomparvero la Orlandi e Milena Garroni.

A destare sospetti sono diversi particolari che sembrerebbe collegare i due dodicenni: pur se apparentemente distanti, Bruno e Jose avevano fra loro infatti una somiglianza impressionante, un particolare che non sfuggì agl'investigatori. Entrambi, poi, sembrano deceduti per abusi sessuali protratti dal fotografo Accetti e da un altro sospettato.

Anche se Accetti rivelò di aver investito Jose con un furgone nella pineta di Castel Fusano, a ben 20 km di distanza dalla casa del bambino, nel resoconto di un'informativa del 1997, si legge che “Accetti avrebbe simulato con un incidente stradale la morte di un bimbo straniero, ma in realtà il bambino era deceduto prima, verosimilmente a causa della sua perversione”.