Errori giudiziari che distruggono vite, lungaggini processuali, castelli accusatori fantasiosi frutto dell'immaginazione smisurata di alcuni Pubblici Ministeri (P.M) e di Giudici delle Indagini Preliminari (Gip) che concedono troppo facilmente ai colleghi durissime privazioni della libertà personale, come la Custodia Cautelare.

Una vera e propria odissea giudiziaria durata ben 17 anni. Protagonista di questa assurda vicenda Giuseppe Turchetta, oggi 54 enne di Pordenone.La sua disavventura ha origine in Sicilia dove paradossalmente egli non aveva mai messo piede.

I fatti

Il 9 marzo del 1998 Turchetta viene arrestato a Pordenone. Contro di lui c'e' un'ordinanza di Custodia cautelare emessa dal Gip di Catania. L'accusa è detenzione e spaccio di grandi quantità di sostanze stupefacenti. A 37 anni anni Turchetta si ritrova dietro alla sbarre incredulo e spaventato. Il 2 aprile dello stesso anno il Tribunale della Libertà, annullando l'ordine di cattura, lo scarceraper mancanza di prove sufficienti, ma questo non basta adevitargli il rinvio a giudizio e in primo grado il P.M chiede una condannaa 9 anni di reclusione mentre il tribunale gli attribuisce 4 anni e 6 mesi. Il suo difensore Giuseppe Lipera, che è uno dei migliori avvocati di Catania, presenta Appello ma deve aspettare ben 17 anni prima che il secondo grado venga celebrato.

L'assoluzione a sorpresa dopo quasi un ventennio

Dopo un'attesa estenuante ed inammissibile per un Paese che si vuole definire civile, la 3a sezione della Corte d'Appello di Catania in una sentenza con formula assolutoria ordina la liberazione di Turchetta e dichiara la fine di ogni altra misura di privazione della libertà personale come disposto dall'art.

532, comma 1 del c.p.p.

Conseguenze: riparazione errore giudiziario e ingiusta detenzione (artt. 643-314 c.p.p. e ss.)

Turchetta, essendo stato assolto con formula piena per non aver commesso il fatto, ha diritto ora ad un risarcimento, che per il Legislatore è invece definito come semplice indennità o indennizzo in base a principi di solidarietà sociale per chi sia stato ingiustamente condannato o ingiustamente privato della libertà personale.

Se invece egli fosse stato assolto grazie all'applicazione dello stesso articolo ma col comma 2, sarebbe stato scarcerato ma non avrebbe avuto diritto a nulla: è quello che capita il più delle volte, altrimenti lo Stato italiano dovrebbe pagare milioni di Euro a causa degli errori che troppo spesso la Magistratura commette sulla base di indizi, supposizioni e logiche meta-giuridiche.

Le dichiarazioni dell'avvocato Giuseppe Lipera

Intervistato, il tenace e perseverante avvocato Lipera si è limitato a raccontarci del coinvolgimento emotivo provato nel momento in cui ha comunicato la bella notizia al suo assistito il quale è scoppiato in un pianto dirotto ringraziando Dio e la Giustizia che, sebbene cieca e con le ali ai piedi, esiste e si palesa in tutta la sua magnificenza anche se tardivamente.

Lipera conclude mostrandoci il suo ormai famoso sguardo fiero, forte ed orgoglioso: 'Questa storia dimostra quanto sia vero il proverbio secondo il quale Il tempo è galantuomo perché la verità è figlia del tempo! Riflettano tutti coloro che lamentano che in Italia ci siano troppi gradi di giudizio'.