L’anziano morto martedì scorso in una strada del centro storico di Napoli, inciampando in un asse di legno che copriva una buca sul marciapiede, non è stato vittima di una disgraziata fatalità. Il caso non può essere archiviato con questa formula semplicistica, se da un anno e mezzo in città c’è chi denuncia quotidianamente a tutte le autorità lo stato penoso in cui versano strade e marciapiedi.

Una tragedia annunciata

“Purtroppo, ce l’aspettavamo che prima o poi avvenisse l’incidente grave – dichiara Alfredo Di Domenico a Blasting News –. Spesso mi è capitato di vedere gente finire dentro una buca killer".

Alfredo, conosciuto anche con il soprannome di Bukaman, insieme ad altri amici va a caccia di buche da segnalare, far mettere in sicurezza e magari riparare. Della loro attività si è occupata spesso la cronaca locale e la notizia dell’esistenza dei supereroi antibuca – Bukaman è affiancato da SuperFranky, alias Gianfranco Bellissimo; poi ci sono la BukaGirl, ovvero Nunzia De Martino; SuperPhotos, nickname di Antonio Pignatiello; e infine c’è il Verificatore, alias Mario Pagliano – è giunta fino al sindaco e agli assessori.

“Abbiamo incontratoDe Magistris a Capodanno e gli abbiamo chiesto un colloquio. Lui ci ha dato un indirizzo e-mail dove scrivere per chiedere un appuntamento, ma non abbiamo mai ricevuto risposta”.

Il team di volontari avrebbe voluto discutere con il loro primo cittadino soprattutto due questioni: il metodo di riparazione delle buche e le modalità di segnalazione delle stesse.“In merito alla prima questione, abbiamo constatato che tappare le buche con l’asfalto a freddo, non solo è inefficace, ma è anche pericoloso – sostiene Alfredo –.

Quando piove l’asfalto si sgretola e i granuli che si formano, mischiati all’acqua, rendono quel tratto stradale scivoloso”. Per ciò che concerne l’altro problema, la difficoltà stava nel trovare un punto di riferimento a cui comunicare i dissesti: “Prima chiamavamo la polizia stradale, ma non si poteva ogni volta impegnare una pattuglia solo per controllare la buca.

Ora, sul sito del Comune c’è il modulo da mandare direttamente al Pronto Intervento Stradale e le cose vanno un po’ meglio”.

Non si salva nessuna zona

Malgrado l’impegno profuso da Alfredo e i suoi amici, però, la situazione non è migliorata tanto. Le strade cittadine sono una groviera e non c’è una zona che si salvi.

“L’unica strada a essere stata completamente asfaltata daccapo è quella nei pressi di Capodichino, dove passò il papa. Ma lì sono stati coperti pure i tombini e quando inizieranno le forti piogge ne vedremo delle belle. Poi qualcosa è stato fatto al Vomero, ma nulla di eclatante. Per il resto, da Posillipo a Chiaia, passando per il Lungomare, le buche imperano. Per non parlare della periferia”.

Alfredo racconta aneddoti e tira fuori dal suo vasto archivio le foto delle buche più strane e particolari.

“A via Michele Parise si sfiora il ridicolo. Lì c’è il comando provinciale dei Vigili del Fuoco e su quella strada ci sono tre enormi buche segnalate più volte al Pis, ma non sono mai state riparate. Ogni volta che il mezzo dei vigili esce per un intervento, rischia lui stesso un incidente”.

Bukaman ne avrebbe altri cento di racconti del genere, ma bastano quelli citati per concludere che la situazione della manutenzione stradale a Napoli è davvero drammatica. La morte dell’83enne avvenuta la settimana scorsa non è un caso. Al contrario, è un caso se gravissimi incidenti come quello non si ripetano quotidianamente.