L'università di Witwatersrand, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e la Fondazione Nazionale di Investigazione di Tecnologia, ha annunciato la scoperta di una specie umana sconosciuta fino ad oggi. Il ritrovamento e le analisi sui fossili sono stati pubblicati sulla rivista 'elife'. La nuova specie, è stata trovata in quella che viene definita la Culla dell'Umanità, a 50 chilometri da Johannesburg, in Sudafrica, e potrebbe rivelare grandissime novità sulla nostra evoluzione.
La scoperta
L' Homo naledi, così definito dai ricercatori, sarebbe l'ultimo membro della famiglia umana, stando a quanto dicono gli esperti.
I fossili di almeno 15 esemplari di Homo naledi sono stati recuperati in una zona nei pressi delle grotte Sterkfontein, dove i paleontologi scoprirono i resti di due antenati umani chiamati 'Signora Ples' e 'Piede piccolo', rispettivamente nel 1947 e nel 1994. Lee Berger, ricercatore all'Istituto di Studi Evolutivi dell'Università di Witwatersrand, afferma che le ossa trovate, fanno presumere che l'Homo naledi appartiene alla nostra specie. Gli scavi, effettuati nel 2013, portarono alla luce 1550 frammenti di scheletri, che appartenevano a 15 individui, otto bambini e cinque adulti.
La sepoltura dei morti
I resti della specie sconosciuta si trovavano in una grotta chiamata Rising Star, a circa 50 chilometri da Jhoannesburg: 'Erano davanti ai nostri occhi, nella valle più esplorata del continente africano' , racconta Berger.
Le caratteristiche anatomiche, la posizionano nel genere 'Homo'. Nello specifico, l'Homo naledi si troverebbe tra l'australopiteco e l'Homo erectus, quindi, si crede che vissero almeno due milioni di anni fa. La cosa straordinaria è che questi corpi, sono stati spostati nella grotta successivamente la loro morte, cosa che indica che questa antichissima specie, aveva il culto della sepoltura, cosa che fino a poco fa si credeva esclusiva dell'uomo moderno.
'L'Homo naledi seppelliva i cadaveri costantemente, questo indica che si vedeva diverso dagli altri animali', afferma Berger. Il nome di Homo naledi, deriva dalla zona del ritrovamento: infatti 'naledi' significa stella, nel linguaggio sudafricano.