La svolta nel giallo del delitto dei fidanzati di Pordenone, Trifone Ragone e Teresa Costanza, è da rintracciare nell’individuazione di un indagato, il 26enne Giosuè Ruotolo, collega ed ex inquilino di una delle vittime, accusato del duplice omicidio volontario premeditato e porto abusivo d’arma da fuoco. Le ultime news sul caso rivelano dettagli clamorosi, resi noti in esclusiva da ‘Giallo’ che parla di una scoperta avvenuta a Somma Vesuviana da parte dei Carabinieri nel corso di una perquisizione. Si tratta di un pesante indizio contro il giovane che si va a sommare agli altri e che potrebbe aggravare la sua posizione, già resa difficile dall’assenza di un alibi relativo alla sera del 17 marzo scorso quando Trifone e Teresa furono uccisi.
Ecco a seguire quali sono le ultime news aggiornate.
Coppia di fidanzati uccisi a Pordenone, ultime news: è stato Giosuè ad uccidere Trifone e Teresa?
Le news sul terribile delitto di Trifone e Teresa avvenuto nel parcheggio della palestra di Pordenone, sembrerebbero portare tutte sulla strada di Giosuè, unico indagato dell’omicidio e contro il quale si vanno ad accumulare gli indizi. Secondo ‘Giallo’, i Carabinieri avrebbero di recente sequestrato un vero arsenale nella sua abitazione in provincia di Napoli, rappresentato da due fucili da caccia, una pistola e svariate munizioni le quali, secondo le indiscrezioni, apparterrebbero al nonno del giovane. La scoperta di vecchie armi appartenenti all’anziano uomo potrebbe contemplare anche il possesso della Beretta calibro 7.65 ritrovata nel laghetto San Valentino e compatibile con quella utilizzata per il delitto dei due fidanzati di Pordenone.
Ma quali sono gli indizi contro Giosuè Ruotolo, indagato per il duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza?
Dalle ultime news, emergono i vari indizi contro il presunto assassino dei fidanzati uccisi a Pordenone sei mesi fa: ad incastrare Giosuè sarebbero state le telecamere nelle vicinanze del luogo del delitto e che avrebbero ripreso i movimenti compiuti dal giovane immortalato a bordo della sua Audi A3 grigia, la stessa auto vista sfrecciare ad alta velocità nei minuti successivi all’omicidio, da un supertestimone.
Ma cosa ha portato gli investigatori ad alimentare i sospetti? Sarebbe un buco di 6/8 minuti nel percorso che Ruotolo avrebbe effettuato tra una telecamera ed un’altra, impiegando un tempo maggiore di quello che avrebbe dovuto impiegare per percorrere quel tratto di strada. Da qui, l’ipotesi che Giosuè abbia compiuto una sosta in un luogo non coperto da telecamere, presumibilmente per gettare l’arma del delitto.
Arma ritrovata poi nel laghetto San Valentino, poco distante dal parcheggio della palestra. Una coincidenza, questa, che renderebbe ancora più complessa la posizione del presunto assassino di Trifone e Teresa.
Ruotolo, secondo le ultime news, si sarebbe difeso asserendo di essere innocente, pur dichiarando di non avere un alibi per la sera del 17 marzo, quando Trifone e Teresa furono uccisi. L’assenza di un alibi si somma ai pesanti indizi contro di lui e ad un possibile movente reso noto da ‘Giallo’ che si baserebbe sulla pista della caserma e di possibili screzi tra Giosuè e Trifone in vista dell’ingresso nella Guardia di Finanza.
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