Pare che in Cina sono molti i casi in cui il conducente ha dovuto fare retromarcia dopo aver investito un pedone, non per soccorrerlo, bensì per finirlo. Questa è la cruda realtà che percorre le strade cinesi. Infatti il risarcimento che spetta alla famiglia del pedone deceduto oscilla tra i 30 e i 50 mila dollari circa, mentre se il passante subisce danni permanenti, il responsabile dovrà pagare a vita le spese mediche e l'assistenza sanitaria superando una cifra pari al milione di dollari. Dovrebbe scattare l'accusa di omicidio volontario, ma quasi sempre i responsabili sfuggono alla condanna o se la cavano con pochi anni di carcere, affermando che i corpi delle vittime sono stati scambiati per alcuni sacchi della spazzatura nel mezzo della strada.

Pericoli e caos inaccettabili

I lunghi ingorghi e i diversi imbottigliamenti, illudono diversi conducenti ad essere autorizzati ad usare in modo sbagliato le corsie o addirittura i sensi di marcia. Inoltre le patenti vengono rilasciate con troppa facilità e ciò significa che alla guida sono presenti spesso, conducenti che non hanno alcuna idea del codice della strada. Un esempio reale era ad Hong Kong fino a quando essa è stata una colonia britannica. Ovvero le patenti hongkonghesi potevano essere convertibili in patenti inglesi ed europee, ma da quando la Regione Amministrativa della Cina, ha accettato la richiesta di rendere le patenti cinesi equivalenti a quelle di Hong Kong, l'Inghilterra ha rifiutato di convertire quelle locali.

I dati

Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), più di un quarto di milione di persone perdono la vita nelle strade cinesi ogni anno. Mentre nel mondo sono ben 1,25 milioni all'anno, le vittime della strada. Occorre aumentare la sicurezza, afferma l'OMS: a livello di infrastrutture, sicurezza stradale ed educazione.

Esistono leggi, che unite a una sorta di accettazione sociale, rendono possibile che in Cina viga la legge di chi ha il mezzo più grosso. Infatti un morto su 4 incidenti è causato da una collisione con un'autobus, un camion o altri mezzi pesanti. Le vere strade impraticabili però, restano quelle africane dove ogni 100.000 abitanti perdono la vita 30 persone ogni anno tra Mozambico, Tanzania, Libia e Malawi.