I corpi di 140 persone, uccise nello schianto dell’aereo di linea russo nel deserto del Sinai egiziano, hanno cominciato arrivare a casa, a San Pietroburgo. L'incidente ha ucciso tutte le 224 persone a bordo; i morti, tra cui più di 20 bambini, erano tutti russi, a parte quattro ucraini e una persona dalla Bielorussia.

I familiari delle vittime stanno fornendo campioni di DNA in un centro di crisi istituito vicino all’aeroporto per identificare i propri cari.

In Egitto, gli investigatori sono accorsi sul posto del relitto subito dopo l’incidente; 163 i cadaveri recuperati da domenica pomeriggio.

Alcuni corpi sono stati trovati a diverse miglia di distanza dai resti contorti e anneriti dell’Airbus A321. Molti gli effetti personali sparpagliati con il relitto nel deserto.

Le ipotesi

Sembrerebbe ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive, ma dalle prime indagini emerge che il disastro ha colpito l’aereo ad alta quota, spiegano esperti dell’aviazione, ipotizzando la causa in un guasto meccanico improvviso o una esplosione a mezz'aria.

Il velivolo, costruito nel 1997, ha subito un danno alla coda nel 2001, quando, durante la fase di decollo, la parte posteriore dell'aereo toccò la pista. Furono eseguiti i lavori di riparazione e sembrerebbe che l’aereo attualmente fosse in buone condizioni.

Le ricerche dei corpi

Nel tentativo di aiutare a recuperare i corpi ed esaminare le prove dal disastro, il ministero d’emergenza russo ha inviato più di 100 uomini sul luogo dell'incidente in Egitto, che si estende su circa 15 km quadrati. Essi sono aiutati dal personale dell'agenzia di indagine sugli incidenti francese, BEA, che fornirà una consulenza tecnica dato che il velivolo è stato progettato in Francia.

L'aereo diretto a San Pietroburgo, è decollato sabato alle 05:51 da Il Cairo ed è scomparso dagli schermi radar 23 minuti più tardi, è stato riferito in un comunicato dal ministero dell'aviazione civile egiziano. Secondo Flightradar24, un servizio di monitoraggio volo autorevole con sede in Svezia, l’aereo scendeva rapidamente a terra, a circa 1.800 metri al minuto.