E' durato per quasi 7 ore, intervallato da due pause, il nuovo interrogatorio di Veronica Panarello, 27 anni, accusata dell'infanticidio del figlio Loris Stival, di 8 anni, strangolato con delle fascette di plastica e poi abbandonato cadavere in un torrente nella zona del Mulino Vecchio di Santa Croce Camerina (Ragusa). A chiedere di essere interrogata, all'interno del carcere di Agrigento dove si trova detenuta per omicidio volontario e occultamento di cadavere aggravati dal rapporto di parentela, è stata la stessa madre del bimbo dopo la pubblicazione di parte delle intercettazioni di un colloquio con il marito Davide Stival.

Delitto Loris Stival, nuove dichiarazioni di Veronica Panarello in carcere

Da quella conversazione avvenuta in carcere sei giorni fa emerge che la donna non avrebbe accompagnato a scuola il figlio Loris il 29 novembre 2014, giorno del delitto. Versione che sarebbe stata confermata oggi, anche se dopo l'interrogatorio nel carcere agrigentino di contrada Petrusa, il sostituto procuratore di Ragusa, Marco Rota, è salito direttamente in auto senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti in attesa davanti la casa circondariale. "Loris non l'ho ucciso io". Lo ha ribadito la mamma siciliana presunta infanticida nelle nuove deposizioni rese in carcere al pm. La donna avrebbe ammesso, secondo quanto riferisce l'Ansa, di "non averlo accompagnato a scuola", così come da versione intercettata nei giorni scorsi durante il colloquio col marito.

L'avvocato della presunta infanticida: silenzio stampa fino al 19 novembre

Quel 29 novembre 2014, almeno nei racconti di Veronica Panarello, il bimbo "è salito a casa - ha detto - con le chiavi" che gli aveva dato lei. Ma poi la donna non ricorda più niente, dice di "avere un buco" di memoria e di "non ricordare" più nulla di quanto accaduto.

Intanto, il difensore di Veronica Panarello, l'avvocato Francesco Villardita, ha chiesto il "silenzio stampa" almeno sulla sua assistita e ha annunciato che non farà più "nessuna dichiarazione fino all'udienza preliminare" fissata per il 19 novembre davanti al gup del tribunale di Ragusa. Alle insistenti domande dei giornalisti in attesa davanti al carcere di Agrigento su come sta la sua assistita o se ha già assunto la decisione se chiedere il rito alternativo o meno, l'avvocato ha risposto: "No comment".

"E' stata una giornata pesante - ha spiegato il penalista - dopo 12 ore in carcere. Voi - ha aggiunto parlando con i cronisti - potete fare tutte le ipotesi che volete, io - ha detto Villardita - non parlo".