Pochi giorni prima dell'attentato a Parigi, il servizio di sicurezza del Regno Unito aveva già lanciato l'allarme circa il pericolo di imminenti attacchi di massa. In queste ultime ore,David Cameron (primo ministro del Regno Unito), lancia una nuova e terrificante allerta in merito al fatto che "alcuni gruppi, in particolare Isis e Al Qaeda, cercheranno di acquisire un potenziale chimico, biologico e radiologico" (risorse fondamentali per la costruzione di armi di distruzione di massa).

L'Isis ci riprova

La ricerca e lo sviluppo di armi nucleari è da sempre una delle attività più importanti per i jihadisti.

L'allarme che arriva ora dal Regno Unito non rappresenta una novità assoluta: sette mesi fa anche il giornalista britannico John Cantlie (protagonista di alcuni video dell'Isis diffusi in rete) ha annunciato la possibilità dell'acquisto di una bomba atomica da parte dello Stato Islamico che oramai può contare su miliardi di dollari. L'analisi di Cantlie vede l'ordigno nucleare acquistato in Pakistan, spostato in Nigeria passando per la Libia e alla fine inviato via mare nell'America del Sud, sfruttando il traffico della droga.

Nuovi rischi

L'allarme lanciato da David Cameron non rappresenta una novità assoluta. Tuttavia c'è qualcosa di nuovo. Oggi, al di là della grande disposizione di denaro, bisogna fare i conti anche con il fatto che l'Isis ha un territorio, dei laboratori attraverso i quali portare avanti "gli studi" e, purtroppo, anche il rimanente arsenale libico di Gheddafi, oltre ad eventuali altri magazzini militari vari come in Siria.

Quanto appena detto è riportato all'interno dello Strategic Defence and Security Review presentato da Cameron in questi giorni.

Così, arginato il problema del traffico di armi e risorse nucleari, il pericolo che l'Isis riesca ad approvigionarsi di un ordigno nucleare aumenta con l'aumentare delle possibilità che l'Isis ha di costruire ordigni oltre che comprarli.

Oltre alle analisi degli 007 del Regno Unito, anche le ultime notizie di cronaca sembrano avvalorare la realtà e il rischio di questa "ipotesi costruttiva" dell'Isis. Il mese scorso sono stati effettuati sei arresti in Moldavia per traffico di materiale radioattivo atto alla costruzione di bombe radioattive "sporche".