Ci sono importanti novità al giorno 18 dicembre 2015 relativamente al cosiddetto "giallo di Marcheno" che ha visto l'improvvisa sparizione dell'imprenditore Mario Bozzoli e la successiva morte di un suo operaio di nome Giuseppe Ghirardini: sono stati infatti indagati, con la pesante accusa di omicidio, i nipoti di Bozzoli e due operai della fonderia. Ciò a seguito di alcune perquisizioni. Le persone indagate si chiamano Giacomo e Alex Bozzoli, Oscar Maggi e Akwasi Aboagye. I quattro si trovano comunque in stato di libertà.

La vicenda della scomparsa

La moglie di Mario Bozzoli aveva denunciato il fatto che il marito aveva paura di recarsi al lavoro in quanto si sentiva minacciato. La sera della scomparsa Mario Bozzoli avrebbe dovuto portare sua moglie al ristorante ma quella cena non è mai stata consumata in quanto a quell'appuntamento l'uomo non si è mai presentato. Il fratello di Mario, socio aziendale, aveva dei dissapori con lui ed era intenzionato ad aprire una fabbrica in proprio. Dato che secondo gli investigatori Bozzoli non è uscito dallo stabilimento il giorno della sua scomparsa c'è il sospetto che sia finito in uno dei forni, attivi 24 ore al giorno nella fonderia famosa in tutta la provincia di Brescia.

E' da rimarcare il fatto che i due figli di Mario Bozzoli non lavoravano nella fonderia.

La fumata

La sera della scomparsa cioè l'8 ottobre 2015 addetto al forno era Beppe Ghirardini, vale a dire l'uomo trovato morto dieci giorni dopo nella zona di Ponte di Legno. Secondo l'esito dell'esame autoptico Ghirardini sarebbe deceduto perché avvelenato da cianuro.

Quando, l'8 ottobre 2015, alle ore 19:30 circa un forno della ditta Bozzoli fece registrare una cosiddetta fumata anomala l'addetto era quindi Ghirardini. Su quella fumata misteriosa si è soffermata da subito l'attenzione degli inquirenti. Altra cosa che deve essere sottolineata è che secondo quanto afferma un artigiano che ha compiuto alcune opere nella nuova fonderia in località Bedizzole di Adelio Bozzoli, che è stata perquisita la mattina del 18 dicembre 2015, qualche documento di fatturazione sarebbe state pagato a nome di Mario e non di Adelio. Il giallo di Marcheno promette dunque altri colpi di scena.